Rreshen (Agenzia Fides) - “È stato difficile avvicinare le persone al progetto: c’era molta diffidenza, quasi nessuno credeva che avremmo potuto portare l’acqua per l’irrigazione nella piana di Shkors” racconta Gentian, formatore locale del Movimento Lotta alla Fame nel Mondo, nella Diocesi di Rreshen, nord-est dell’Albania.
Il progetto a cui fa riferimento mira a contribuire al miglioramento della qualità di vita e all’inclusione economica di famiglie vulnerabili residenti nei Municipi di Klos e Mat, per diminuire gli spostamenti, soprattutto dei padri di famiglia e dei giovani fuori dal Paese. “Qui la rete pubblica dell’acqua potabile è arrivata solo nel 2019 – continua Gentian. Abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto a dicembre 2020. Questa zona fino a pochi mesi fa aveva l’accesso all’acqua ma solo per gli scopi agricoli delle grandi aziende, senza che le famiglie potessero utilizzarla per l’irrigazione delle loro terre o per uso domestico.”
La Valle del Mat si trova nel nord est dell’Albania ed è una delle quattro regioni che costituiscono la Diocesi di Rrëshen, suffraganea dell'arcidiocesi di Tirana-Durazzo, situata lungo la strada che porta al confine con la Macedonia. Il territorio è costituito prevalentemente da un’ampia vallata dove si sviluppano piccoli villaggi di persone dedicati ad un’agricoltura di sussistenza familiare, molto semplice e carente di competenze e strumenti adeguati ad una produzione di mercato. “Questa terra infatti è tanto rigogliosa quanto inospitale e difficile per i suoi abitanti. Le risorse naturali sono in realtà moltissime, ma in pochissimi possono utilizzarle.” Il cooperante MLFM sostiene che da quando è iniziato il progetto, circa 9 mesi fa, i cambiamenti iniziano a vedersi. “Questo è un segnale importantissimo, un segnale di speranza per l’Albania e in particolare per la Valle del Mat.”
Qui le condizioni di esclusione sociale, educativa ed economica sono molto diffuse: le aree interne, contrariamente a quelle costiere, soffrono di alti livelli di disoccupazione e notevoli carenze infrastrutturali e di servizi, soprattutto nell’ambito dei trasporti, trattamento e approvvigionamento di acqua a tutti i villaggi e la gestione dei rifiuti.
Il progetto, suddiviso in tre anni, prevede attività di formazione professionale e supporto allo sviluppo di attività di produzione agroalimentare orientata al mercato per 162 famiglie del territorio, per favorire l’occupazione sul territorio e disincentivare l’emigrazione fuori dal Paese. E’ prevista anche l’organizzazione di un nuovo vivaio e un vigneto; la costruzione di un acquedotto a caduta con deposito dell’acqua proveniente dalle montagne circostanti, utilizzabile per uso umano e non solamente agricolo, come avvenuto fino ad ora.
L’acquedotto, in particolare, prevede la realizzazione e il posizionamento di 7 chilometri di tubature e la creazione di un deposito idrico; l'installazione di un deposito idrico di 200 m3 per la successiva distribuzione dell’acqua e il potenziamento di un caseificio familiare già attivo che lavora latte bovino proveniente da 42 famiglie locali per migliorare le possibilità di generazione di reddito per le famiglie contadine.
(AP) (Agenzia Fides 8/10/2021)