Roma (Agenzia Fides) - “L’abolizione dei paradisi fiscali è una priorità assoluta, perché essi rappresentano uno strumento di disuguaglianza in cui a pagare sono sempre i Paesi più deboli. Nel 2013, la banca Credit Suisse ha diffuso un grafico noto come ‘piramide della disuguaglianza’, che mostrava come in quell’anno il 91,7% della popolazione mondiale avesse accesso soltanto al 17% delle ricchezze, mentre lo 0,7% della popolazione accedeva al 41%. Questa immagine, che già appare piuttosto impietosa, in realtà ormai è diventata quasi una rappresentazione benevola, perché dal 2013 ad oggi la sperequazione tra ricchi e poveri, tra chi non paga le tasse e chi ne è vessato, si è persino allargata. E’ quindi evidente quanto sia necessario un patto fiscale: esso implicherebbe la ridistribuzione delle ricchezze e la creazione di un sistema di rimessa in circolo del denaro. Sentiamo sempre dire che mancano le risorse, ma in realtà si calcola che nei paradisi fiscali siano stati nascosti tra i 21mila ai 36mila miliardi di dollari. Una sana politica fiscale, basata su una tassazione progressiva, permetterebbe di rimettere in circolazione tutta questa ricchezza e di utilizzarla per la produzione di beni comuni”. E’ quanto spiega all’Agenzia Fides da Nicoletta Dentico, esperta di cooperazione internazionale e salute globale, offrendo una riflessione sulle strategie e le azioni da compiere per costruire la “nuova economia” promossa dall’iniziativa “The Economy of Francesco”. [ - continua]