Vientiane (Agenzia Fides) – Per il 52enne Sakien e per sua moglie Dong non c’è più posto nel villaggio di Chumpoy, nella provincia di Attapeu, estremo Sud del Laos. Con un’ordinanza ufficiale dal capo del villaggio, i due sono stati cacciati dalla loro casa e dai luoghi dove sono nati e cresciuti. Unica loro colpa: essersi convertiti al cristianesimo. Secondo quanto riferiscono fonti locali di Fides, i due coniugi, in un momento di malattia, si sono avvicinati alla fede cristiana e poi l’hanno abbracciata. La loro conversione alla “religione straniera” è stato motivo sufficiente per sradicarli da loro ambiente e allontanarli. Attualmente i due hanno cercato rifugio nel vicino villaggio di Intee, ospitati provvisoriamente dalla piccola comunità cristiana locale in un edificio in costruzione. Sakien è ancora malato e ha bisogno di cure mediche. I due hanno conosciuto la fede cristiana grazie alla testimonianza di un’altra coppia di coniugi del villaggio di Intee, che avevano condiviso con loro l’esperienza di fede, raccontando di aver ricevuto “una guarigione e grandi grazie dal Signore”. Convertitisi, Sakien e la moglie sono stati cacciati perché “il villaggio di Chumpoy non accoglie seguaci della fede cristiana”, recita l’ordinanza.
In una nota inviata a Fides, L’Ong “Human Rights Watch for Lao Religious Freedom” nota che tale atto è del tutto illecito e illegale, in quanto nega a due cittadini laotiani di esercitare il diritto ad abbracciare la fede cristiana. L’Ong chiede l’interevento delle autorità governative per consentire ai due di tornare alla loro casa, nel villaggio di Chumpoy, e per tutelare il loro diritto a scegliere liberamente un credo religioso, come garantito dalla Costituzione del Laos. (PA) (Agenzia Fides 16/2/2013)