ASIA/PAKISTAN - I Vescovi: le donne delle minoranze religiose “doppiamente discriminate”

martedì, 6 marzo 2012

Lahore (Agenzia Fides) – Le donne appartenenti a comunità religiose di minoranze sono “due volte discriminate ed emarginate”. Sono largamente abusate e molestate, spesso costrette a conversioni forzate, e il loro livello di istruzione è di gran lunga inferiore rispetto al tasso di alfabetizzazione femminile, a livello nazionale: è quanto afferma un Rapporto presentato oggi, in occasione della “Festa della Donna”, dalla “Commissione Giustizia e Pace” della Conferenza Episcopale del Pakistan e inviato all’Agenzia Fides. Il Rapporto, titolato “La vita ai margini”, si basa su interviste a oltre 1.000 donne indù e cristiane, realizzate in 8 distretti del Punjab e in 18 distretti Sindh, dove vive il 95% delle minoranze religiose presenti in Pakistan.
Come riferito a Fides da Peter Jacob, Segretario Esecutivo della Commissione, “sono emerse disparità giuridica, pregiudizi, conversioni forzate e la mancanza di attenzione politica”, che impongono “l’urgenza di ripensare leggi che toccano la sfera religiosa e la parità di genere”.
Secondo il Rapporto, il 43% delle donne appartenenti alle minoranze ha subito discriminazione religiosa sul posto di lavoro, in istituzioni educative e sociali. Il 76% di loro, inoltre, ha subito molestie sessuali sul lavoro, che spesso è un lavoro umile e di basso reddito, come il lavoro domestico in case di ricchi borghesi.
Fra le altre cifre significative contenute nel Rapporto, il tasso di alfabetizzazione tra le donne delle minoranza è al 47%, molto inferiore alla media nazionale del 57%: questo dato ha una evidente ripercussione sulle loro condizioni di vita sociali ed economiche, che le relegano ai margini della società. Un fenomeno preoccupante è quello delle conversioni forzate (vi sono circa 1.000 casi ufficialmente denunciati ogni anno): è il riflesso di un pregiudizio culturale, per cui l’autonomia delle donne è negata o limitata, il che pregiudica in modo significativo la loro indipendenza, autostima, autonomia di scelta.
La condizione di subalternità, povertà ed emarginazione delle donne cristiane e indù si riflette anche sui bambini. Il Rapporto nota, infatti, un tasso più alto di mortalità infantile tra le minoranze, rispetto alla media nazionale: 314 morti infantili su 3.050 nascite annue, con un tasso di mortalità pari al 10,3%, rispetto al tasso di mortalità nazionale che è all’8,7%. Inoltre “la maggior parte dei bambini delle minoranze sono costretti a frequentare gli studi islamici per mancanza di alternative appropriate”, nota il testo, toccando una questione, quella dell’istruzione, che resta cruciale per il miglioramento della vita delle minoranze religiose.
La Commissione, in occasione dell’8 marzo, “Festa della Donna”, invoca un appoggio dell’intera società civile e chiede al governo di intervenire con provvedimenti legislativi che sanciscano la parità di genere, pari opportunità e diritti per le minoranze, per colmare un divario sociale, economico e culturale alimentato da discriminazioni di natura religiosa. (PA) (Agenzia Fides 6/3/2012)


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