ASIA/NEPAL - Più di un milione e mezzo di bambini lavoratori, circa il 24% sono di sesso femminile

martedì, 1 febbraio 2011

Kathmandu (Agenzia Fides) - Secondo un rapporto dell' International Labour Organization (ILO), riguardo al considerevole numero di bambini lavoratori in Nepal, quest'anno ne sono stati registrati circa un milione in meno rispetto a dieci anni fa, ma le ragazze lavorano in condizioni molto più pericolose rispetto ai loro coetanei maschi. Rispetto al 17.5% dei ragazzi (688 mila), circa il 24% delle ragazze di tutto il paese (911 mila) svolgono lavori che le qualificano come lavoratrici. Le ragazze hanno il 50% di probabilità in più, 373 mila contro 248 mila maschi, di essere coinvolte in lavori pericolosi che le espongano a significativi danni fisici e psicologici. Secondo un comunicato del Child Workers in Nepal, ong locale che si occupa dei diritti dei minori, le vecchie tradizioni favoriscono l'educazione dei ragazzi, visti come futuri capifamiglia. L'ILO stima che su circa 7.7 milioni di bambini tra i 5 e i 17 anni in Nepal, 1.6 milioni sono lavoratori. Un violento scontro decennale tra l'esercito dello Stato e i ribelli maoisti ha costretto le famiglie rurali a mandare i loro figli al sicuro nelle aree urbane dove hanno dovuto lavorare per potersi mantenere. Questa pratica si è interrotta con la fine dei conflitti, nel 2006. Un netto calo è stato registrato per il cosiddetto `kamlari', messo fuori legge nel 2006, che consiste nel dare in prestito i propri figli, generalmente femmine della casta Tharu, come lavoratori a contratto per pagare un debito familiare. I gruppi sostenitori dei diritti umani hanno provato a scoraggiare questa pratica offrendo sovvenzioni alle famiglie più povere, e anche il governo ha promesso aiuti finanziari. Ad aggravare il problema è il fatto che la maggior parte dei bambini non ricevono una formazione oltre la scuola elementare, e il lassismo della legge permette alle fabbriche di impiegare molti di loro nonostante ci sia un divieto nazionale. (AP) (1/2/2011 Agenzia Fides)


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