Johannesburg (Agenzia Fides)- Ad un anno dalle violenze xenofobe che avevano preso di mira le comunità immigrate in Sudafrica (vedi Fides 26 e 29/5/2008), la xenofobia sembra covare ancora sotto la cenere.
A Città del Capo, sono i piccoli commerciati immigrati, per lo più somali sfuggiti alla guerra civile che imperversa nel loro Paese, ad essere presi di mira. I commerciati di alcuni dei quartieri più poveri di Città del Capo hanno tenuto diverse riunioni per discutere come “sbarazzarsi” dei negozi gestiti dagli stranieri. A metà giugno, i negozianti somali di uno di questi quartieri hanno ricevuto lettere di minaccia, che davano loro pochi giorni di tempo per chiudere la loro attività e andarsene. Alcuni negozianti stranieri, due somali, un cittadino dello Zimbabwe e uno del Bangladesh, sono le ultime vittime dell’intolleranza diffusa contro gli immigrati
L’associazione dei somali in Sudafrica ha denunciato il sostanziale clima di impunità che protegge gli autori di crimini xenofobi. Un atteggiamento rafforzato dalle azioni delle autorità nei confronti dei rifugiati dallo Zimbabwe.
Diversi gruppi per la difesa dei diritti umani in Sud Africa hanno criticato l'arresto, lo scorso fine settimana, di oltre 300 persone, soprattutto esuli dello Zimbabwe, che si erano rifugiati presso la Central Methodist Church di Johannesburg.
La polizia ha fatto irruzione nella chiesa nelle prime ore di sabato 4 luglio, in seguito ai numerosi reclami da parte di negozianti della zona circa casi di “vagabondaggio”. La maggior parte delle persone arrestate sono rifugiati dallo Zimbabwe, inclusi donne, bambini e persone gravemente malate.
Tra loro vi sono una donna sudafricana sordo-cieca, un sudafricano che soffre di psicosi acuta, una donna incinta e oltre 10 bambini. In totale 344 persone sono state costrette a uscire con la forza dalla chiesa.
Secondo le testimonianze raccolte da Medici Senza Frontiere, che lavora nella zona, la polizia ha spintonato a terra diverse persone, alcune di loro sono state anche minacciate con pistole elettriche.
La chiesa è un rifugio sicuro per circa 4000 esuli, soprattutto dallo Zimbabwe, che hanno abbandonato le loro case in cerca di sicurezza e di opportunità di lavoro in Sudafrica. La maggior parte dei cittadini dello Zimbabwe che cercano rifugio nella chiesa sono fuggiti dal paese durante l'ultimo anno di violenti sconvolgimenti post elettorali, mentre molti altri hanno cercato di sfuggire al collasso economico del loro Paese. In Sudafrica i rifugiati si sono scontrati con le scarse opportunità di lavoro e con un diffuso atteggiamento xenofobo. Di conseguenze sono le comunità cristiane, tra cui quella cattolica, ad offrire alla maggior parte degli esuli dello Zimbabwe cibo e cure mediche. (L.M.) (Agenzia Fides 7/7/2009 righe 33 parole 430)