Canberra (Agenzia Fides) - I religiosi cattolici australiani hanno pubblicato un documento che rende onore alle popolazioni indigene e le ringrazia per la faticosa opera di recupero delle loro culture che oggi permette all’intera nazione di fruire della ricchezza di numerosi contributi intellettuali, artistici, letterari e sportivi. L’occasione è offerta dal 40° anniversario (24 maggio 1967) del Referendum che ha aperto la strada agli indigeni australiani per diventare cittadini del loro stesso Paese. Si ricorda anche il 10° anniversario del rapporto “Bringing Them Home” (26 maggio 1997) e la Giornata nazionale degli aborigeni che avrà luogo il 1° luglio.
Non si tratta solo di dati statistici, ma di volti, persone, amici, storie familiari anche di sorelle, fratelli, sacerdoti che hanno vissuto, lavorato e pianto con loro, che ne hanno condiviso gioie e sofferenze, è scritto nel documento. In questi ultimi anni, infatti, essi hanno avuto modo di acquisire una profonda conoscenza della storia nazionale. Hanno compreso la necessità di riconoscere i primi abitanti e custodi delle terre e delle acque australiane, denunciando le ingiustizie del passato e del presente. Raccomandano la promozione della Campagna della Commissione Ecumenica per gli aborigeni dello Stretto di Torres, in cui si offrono suggerimenti pratici per denunciare lo svantaggio delle popolazioni indigene. A distanza di quaranta anni dal famoso Referendum, l’aspettativa di vita delle popolazioni indigene resta inferiore di 17 anni rispetto a quella degli altri cittadini australiani. La loro lingua e le loro culture sono ancora a rischio; la partecipazione civile e politica è molto bassa. (K.P.) (Agenzia Fides 22/6/2007; righe 19, parole 260)