AFRICA/CONGO RD - Kabila si insedia alla Presidenza. Quali sfide lo attendono?

mercoledì, 6 dicembre 2006

Kinshasa (Agenzia Fides)- Joseph Kabila presta giuramento oggi, 6 dicembre, come primo Presidente democraticamente eletto della Repubblica Democratica del Congo (sulle elezioni congolesi vedi Fides 16 e 28 novembre 2006).
Il nuovo Capo dello Stato dovrà far fronte a sfide molto impegnative. In primo luogo dovrà consolidare il processo di pace in una nazione ancora lacerata e divisa dalle guerre e invasioni straniere degli anni 1996-2003. Vi sono ancora pericolosi focolai di tensione nell’est del Paese, dove l’esercito nazionale, con l’appoggio dei “Caschi Blu” della Missione delle Nazioni Unite in Congo, sta cercando di porre fine alla ribellione di alcune unità militari costituite da ex guerriglieri che non si sono mai realmente integrate nelle nuove forze armate previste dagli accordi di pace (vedi Fides 27 novembre 2006).
A livello politico poi, Kabila, che ha ottenuto il riconoscimento della sua vittoria dal suo diretto avversario, Jean-Pierre Bemba (che inizialmente aveva denunciato brogli), deve dimostrare di essere il Presidente di tutti i congolesi. Il Paese appare infatti diviso tra l’ovest che ha votato soprattutto per Bemba, e l’est, dove Kabila ha ottenuto il massimo dei voti. Il nuovo Presidente inoltre non è molto popolare nella sua stessa capitale, Kinshasa, anche perché, secondo i suoi critici, non parla il lingala, la lingua più diffusa nell’ovest del Paese.
Sul piano sociale e economico, il Congo, pur essendo uno scrigno pieno di tesori (dal legname ai diamanti, dall’uranio a metalli come il molibdeno e il coltan), è uno dei Paesi più poveri del mondo, dove più di un migliaio di persone muore ogni giorno a causa della violenza, della fame e delle malattie.
Una situazione molto difficile la cui soluzione presuppone il rafforzamento delle strutture e dei servizi statali, che sono invece in gran parte distrutti dopo decenni di incuria da parte del defunto dittatore Mobutu e dalle guerre che sono seguite. Secondo uno studio pubblicato dal quotidiano belga “La Libre Belgique”, il Congo per tornare allo stesso livello di ricchezza del 1960 (anno dell’indipendenza dal Belgio) deve avere un tasso annuale di crescita di almeno del 10% fino al 2050. Il tasso di crescita del 2006 è del 5,7%.
Per incrementare il bilancio statale, il Paese deve mettere sotto controllo le proprie ingenti risorse naturali. Secondo i dati del giornale belga, infatti, lo Stato congolese riceve solo 13 milioni di dollari all’anno dalle compagnie straniere che sfruttano le miniere del Paese. Una situazione di ingiustizia sociale più volte denunciata dalla Chiesa cattolica locale.
Una corretta collaborazione tra pubblico e privato potrebbe invece mettere a frutto le risorse del Paese, come ad esempio l’enorme potenziale idroelettrico dei tanti laghi e fiumi che caratterizzano il territorio congolese. (L.M.) (Agenzia Fides 6/12/2006 righe 37 parole 455)


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