Internet
Nairobi (Agenzia Fides) – Martedì 8 luglio sera, la Commissione Nazionale del Kenya per i Diritti Umani (KNCHR) ha registrato 31 morti e 107 feriti a seguito delle marce del 7 luglio in occasione dell'anniversario del Saba Saba Day, la manifestazione di massa che nel 1990 chiese il ritorno alla democrazia multipartitica, dopo anni di autoritarismo dell’allora presidente Daniel Arap Moi. Le forze di polizia hanno organizzato una presenza intimidatoria in diverse parti del Paese, principalmente nella capitale Nairobi, mentre i manifestanti venivano inseguiti anche nelle loro case e proprietà. Dopo le proteste anti-tasse dell'anno scorso, i giovani keniani sono scesi in piazza, chiedendo una governance sobria e le dimissioni dei leader che promuovono una cattiva leadership.
Secondo la stampa locale la giornata si è trasformata in una rivolta contro le violenze delle forze dell’ordine e la corruzione, con richiesta di dimissioni del presidente William Ruto.
Il governatore di Trans Nzoia, George Natembeya, ha dichiarato che il governo è diventato sordo alle richieste dei keniani e si è protetto con un uso eccessivo del potere della polizia, uno scudo che, a suo dire, non durerà. Ha criticato l'amministrazione del presidente William Ruto, accusandola di essere guidata da interessi commerciali acquisiti e chiedendo la fine di quelli che ha descritto come profondi conflitti di interesse ai massimi livelli di governo.
Natembeya ha sostenuto che non dare ascolto alle richieste dei keniani è un esempio di quanto disinformata sia diventata la leadership nazionale. "Abbiamo fatto un enorme torto a questo Paese. Non dovremmo essere dove siamo ora, con una disoccupazione che sfiora il 60%. Le probabilità di vivere una vita senza lavoro in Kenya sono molto concrete", ha detto sulla scia di proteste sanguinose che hanno portato a morti causate da agenti di polizia. "Ed è di questo che parlano i giovani. Noi la prendiamo con molta superficialità e pensiamo di essere al sicuro perché siamo leader".
Tra le numerose denunce e appelli dei mesi passati anche quella del vescovo di Eldoret, Dominic Kimengich, che aveva lamentato i livelli allarmanti della corruzione nel paese (vedi Agenzia Fides 16/4/2025).
(AP) (Agenzia Fides 9/7/2025)