EUROPA/SPAGNA - Energica reazione dei Vescovi spagnoli nei confronti del Disegno di legge che mira a trasformare lo Stato nell'unico educatore delle giovani generazioni escludendo i genitori

martedì, 4 ottobre 2005

Madrid (Agenzia Fides) - La Commissione Permanente della Conferenza Episcopale Spagnola ha pubblicato un'energica nota in merito al Disegno di Legge Organica d’Educazione (LOE), approvata dal Consiglio dei Ministri il 22 luglio. I Vescovi si mostrano preoccupati per le conseguenze che deriverebbero dall’approvazione parlamentare di questa legge, inoltre criticano l’operato del governo che ha deciso sul tema in modo unilaterale, senza nessun dialogo, malgrado la Conferenza Episcopale si sia offerta parecchie volte di dialogare su questi temi, senza però mai ottenere risposta.
In concreto - si legge nella nota - il Disegno di legge “non rispetta come dovrebbe alcuni diritti fondamentali, come la libertà di insegnamento; di creazione e direzione di centri scolastici di iniziativa sociale; il diritto principale dei genitori a decidere la formazione religiosa e morale che i figli devono ricevere e, quindi, il diritto di libera scelta del centro educativo”.
Secondo i Vescovi, il Disegno di legge “attribuisce alle Amministrazioni Pubbliche tale potere che mira a trasformare lo Stato nell'unico educatore, dimenticando che ai genitori appartiene il diritto primordiale, insostituibile ed inalienabile, di educare i loro figli” e pertanto “limita la libertà d’insegnamento stabilito nella Costituzione Spagnola (art. 27.1)”.
Un altro tema che preoccupa profondamente i Vescovi è la possibilità che lo Stato sostituisca i genitori nel momento di decidere quali valori morali trasmettere ai figli. Secondo i Vescovi la LOE non garantisce il diritto dei genitori a dare ai figli la formazione religiosa e morale che essi desiderano. “È necessario - affermano i Vescovi - che l'insegnamento religioso sia una materia fondamentale, offerta obbligatoriamente dai centri e volontaria per gli alunni”. A questo riguardo si mostrano preoccupati per la nuova materia chiamata “Educazione per la cittadinanza”, nella quale lo Stato impartirebbe una formazione morale al margine della libera scelta dei genitori.
In quanto ai professori di religione - un altro dei problemi della LOE - i Vescovi criticano il progetto che li trasforma in “impiegati della Chiesa”, dimenticando che essi lavorano in scuole di proprietà statale e la Corte suprema ha dichiarato reiteratamente che l'Amministrazione è il datore di lavoro di questi docenti. Questa situazione è inaccettabile, secondo i Vescovi, giuridicamente, socialmente ed accademicamente.
I Vescovi sostengono la necessità di coinvolgere tutte le forze politiche e sociali, e specialmente i genitori, i quali non sono mai stati ascoltati fino ad ora, in modo di dare stabilità al sistema educativo e permettere di affrontare nelle condizioni migliori l'urgente impegno di migliorare la qualità dell’insegnamento.
Alla fine del comunicato i Vescovi esprimono la speranza che il dibattito parlamentare permetta di concludere questo patto ed eliminare così gli ostacoli alla libertà d’insegnamento ed al diritto dei genitori alla formazione religiosa e morale dei figli. “Quando si mettoni in dubbio i diritti fondamentali, è la stessa democrazia che si deteriora” conclude la nota.
Davanti a questa preoccupante situazione, la Confederazione Cattolica di Genitori di Alunni, (CONCAPA) insieme ad altre sette organizzazioni, sta preparando una grande manifestazione a novembre per mostrare il proprio disaccordo su questa legge, secondo la quale “lo Stato si erge ad educatore dei figli soppiantando la figura dei genitori”. I Vescovi ritengono che i genitori non hanno solo il diritto ma anche il dovere di manifestare contro il Disegno di legge. "La Chiesa non convoca manifestazioni" hanno affermato "ma appoggia il diritto dei genitori ad esigere l'educazione religiosa che desiderano per i figli". (RZ) (Agenzia Fides 4/10/2005, righe 42, parole 563)


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