ASIA/INDIA - Il Direttore nazionale POM: la voce delle opposizioni in Parlamento perché sia piena e vitale la dialettica democratica

martedì, 28 maggio 2024 politica   religione  

Roma (Agenzia Fides) – Mentre l’India si avvia alla conclusione del lungo processo di elezione dei 543 membri della Camera bassa - in sette fasi, previste tra il 19 aprile e il 1° giugno, con risultati definitivi il 4 giugno- “abbiamo notato una maggiore consapevolezza tra la popolazione, soprattutto tra i giovani, sulla necessità della voce di una opposizione in Parlamento per far sì che sia piena e vitale la dialettica democratica”, spiega all’Agenzia Fides p. Ambrose Pitchaimuthu, sacerdote indiano del Tamil Nadu (in India meridionale) e Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in India, presente a Roma per la Assemblea generale delle POM.
Nota il Direttore che “sembra che il Bharatiya Janata Party (BJP), del premier uscente Narendra Modi possa ottenere avere un maggioranza meno schiacciante rispetto alle previsioni della vigilia”. Il suo partito, di stampo nazionalista, ha una struttura solida nel sistema-paese: “La burocrazia statale e la polizia sono dalla sua parte, molto del personale si è formato nei campi del Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS, movimento di militanti nazionalisti indù), mentre la proprietà dei mass media è di imprenditori che sostengono Modi”, rileva. Inoltre, “negli anni scorsi il Partito del Congresso, principale partito di opposizione, si è frammentato e indebolito e al suo interno vive una dialettica e un conflitto generazionale, tra vecchi e nuovi leader”, nota p. Ambrose Pitchaimuthu.
Nell’ultima fase del confronto politico – osserva il Direttore nazionale POM –“Modi ha anche usato la religione come arma politica, ha consapevolmente usato un linguaggio religioso, presentandosi perfino come ‘inviato prescelto da Dio’ in una recente intervista”. L'India – prosegue “è un paese profondamente religioso, ma storicamente i leader post-indipendenza sono rimasti pubblicamente laici, in parte per evitare di assecondare le vicende di violenza interreligiosa che hanno attraversato la nazione”. Quando, per la prima volta Modi si candidò alle elezioni, circa dieci anni fa, Modi scelse la capitale spirituale dell'India, Varanasi, come suo collegio elettorale, “rendendo l'antica città lo sfondo perfetto per presentare e mescolare le sue ambizioni politiche con la religione”, osserva.
Questo approccio, afferma il Direttore, “fa presa anche con quella parte di popolazione non alfabetizzata o poco scolarizzata, con i poveri e gli oppressi, che costituiscono una base elettorale solida pel il BJP”. L’auspicio di parte della nazione – conclude – “è avere una opposizione presente e solida in Parlamento per salvaguardare l’anima democratica e perchè proprio dal confronto tra forze politiche che rappresentano settori e diversi della società indiana possa scaturire il bene per il futuro dell’India, nel pieno rispetto dei valori della Carta costituzionale”.
(PA) (Agenzia Fides 28/5/2024)


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