Zamboanga City (Agenzia Fides) - Il movimento per il dialogo "Silsilah", creato nelle Filippine meridionali dal missionario del PIME p. Sebastiano D'Ambra, accompagna i carcerati in un cammino di liberazione interiore, portando avanti nel tempo di Quaresima incontri, visite, seminari nel carcere cittadino di Zamboanga city, città nel Sud dell'isola di Mindanao. L'intento è "dare spazio a opere di misericordia", raggiungendo gli ultimi, gli emarginati, gli esclusi, come coloro che hanno commesso un crimine e lo stanno scontando in carcere. Gil John Rojas, coordinatore del servizio di "Silsilah" (termine che significa "catena") nelle prigioni, racconta che "si tratta di un cammino di liberazione interiore che poi - grazie al cambiamento che si riscontra nel comportamento della persona, visibile anche nella vita dietro le sbarre - può spesso portare anche a ridurre il loro tempo di permanenza nel carcere".
I membri del movimento "Silsilah" hanno iniziato a svolgere servizio nel carcere cittadino di Zamboanga più di trent'anni fa e continuano a svolgere questa missione in diverse città. Si tratta di un accompagnamento umano e spirituale che conduce ogni persona a intraprendere un cammino interiore alla ricerca di se stesso, del senso della vita, del proprio anelito più profondo. Nel tempo, numerosi detenuti hanno raccontato la loro graduale trasformazione interiore, lasciandosi guidare dallo spirito di "Silsilah" nel “fare tutto con il dialogo e con l'amore, per raggiungere l'armonia, la solidarietà e la pace”, hanno testimoniato.
"E' un'esperienza di risveglio interiore - riferisce Rojas - da cui si può trarre ispirazione. Quando sono entrato per la prima volta nel carcere, provavo sentimenti come nervosismo, paura, vergogna. Poi un membro del nostro gruppo si è rivolto ai presenti chiamandoli 'amati detenuti'. Sono rimasto profondamente toccato. Sì, davvero sono amati. Sono persone che hanno bisogno di amore. Nonostante le circostanze e la situazione in cui si trovano, sono degni di essere amati e curati. Sono amati figli di Dio e sono nostri fratelli".
Venendo a contatto con loro, si sentono tragiche storie: ad esempio detenuti che, pur avendo scontato tutta la pena a loro carico, sono ancora in carcere a causa della lentezza della burocrazia e della giustizia. “Questa è una realtà dolorosa che accade in tutto il paese e che le istituzioni dovrebbero affrontare. I detenuti hanno bisogno di restare aggrappati alla speranza che un giorno usciranno di prigione, potranno avere nuovamente opportunità di lavoro o di istruzione, potranno avere una seconda possibilità nella società", osserva. “Nel servizio in carcere, pian piano i sentimenti di paura sono stati superati da pensieri di compassione, di amore per questi fratelli, amati da Dio come figli", racconta il coordinatore.
"Cristo Gesù ci invita a visitare coloro che sono in prigione come atto di misericordia che avremo fatto a Lui stesso. Sono persone che hanno sbagliato, ma tutti siamo imperfetti. Sono persone create a immagine e somiglianza di un Dio che è buono. Nel profondo, c'è del buono nel loro cuore; ricevere amore, misericordia, compassione fa risvegliare quel bene che è dentro di loro", osserva Rojas , ricordando che nel tempo di Quaresima, “questo servizio converte anche noi, imprigionati dall’orgoglio e nell’egoismo. Il tempo di Quaresima ci invita a essere liberi di poter amare gli amati di Dio", conclude il membro di "Silsilah".
Nelle Filippine si vive un’autentica “emergenza carceri”. Secondo l'Institute for Crime & Justice Policy Research dell'Università di Londra il tasso di sovraffollamento nei penitenziari filippini è il più alto al mondo: tocca il 500% e risulta in costante crescita. Inoltre le carceri sono piene di vittime di errori giudiziari: secondo la Corte Suprema, il 77% dei casi di custodia cautelare è frutto di errori giudiziari.
Diverse organizzazioni cattoliche denunciano la precarietà del sistema detentivo e le condizioni di vita disumane, svolgendo la missione di portare assistenza materiale e spirituale ai detenuti, privati dei più elementari diritti umani. Le organizzazioni chiedono al governo di Manila di rispettare la dignità umana dei detenuti e di assicurare che la giustizia faccia il suo corso con rapidità e trasparenza.
(PA) (Agenzia Fides 5/3/2024)