AFRICA/SIERRA LEONE - “Agire subito per bloccare la diffusione del kush, la “droga zombie”: allarme di Caritas Freetown

venerdì, 27 ottobre 2023 droga   caritas   giovani  

Freetown (Agenzia Fides) – “Un’azione immediata” per far fronte alla diffusione tra i giovani del kush, una marijuana sintetica che provoca pericolosi effetti sulla salute. È quanto chiede Caritas Freetown in Sierra Leone.
“Il diffuso uso di questa sostanza sta provocando gravi problemi mentali e sociali, specie in relazione con la disoccupazione e la grave crisi economica” afferma nel suo comunicato Caritas Freetown.
"Caritas Freetown lancia un accorato appello al governo affinché agisca immediatamente dichiarando un'emergenza sanitaria e stanziando risorse per combattere questa crisi, salvaguardando in ultima analisi i giovani della nazione”.
La marijuana sintetica (la cui composizione può variare a seconda dei produttori) è apparsa sul mercato una mezza dozzina di anni fa. Prodotta e distribuita da bande criminali, il kush (definita pure “droga zombie”) è una mescolanza di varie sostanze chimiche e piante che imitano il THC naturale (cannabinoide) presente nella cannabis.
Diffusa tra i giovani della Sierra Leone, della Liberia e della Guinea Conakry la droga sta avendo pesanti conseguenze sociali in questi Paesi dell’Africa occidentale. Secondo i responsabili delle strutture sanitarie di Freetown il 90% dei ricoveri maschili nel reparto psichiatrico centrale sono dovuti all'uso di Kush.
Il suo commercio è facilitato dal basso prezzo al quale viene venduto, inferiore a quello delle pillole antidolorifiche Tramadol precedentemente diffuse. Uno spinello kush impiega circa 30 minuti per essere fumato, ma gli effetti durano molto più a lungo.
La forte disoccupazione giovanile che affligge i tre Paesi menzionati è un potente incentivo a ricercare forme “farmacologiche” di evasione. La popolazione della Sierra Leone, più di 8 milioni di persone, deve far fronte all’inflazione elevata e all’enorme disoccupazione. Il kush fa dimenticare le frustrazioni dei sierraleonesi facendoli però entrare nel tunnel della dipendenza e spesso della malattia psichiatrica in un Paese che ha solo 5 ospedali abilitati al trattamento di queste patologie.
Si capisce quindi l’allarme lanciato da Caritas Freetown secondo la quale occorre “dichiarare un’emergenza sanitaria, per la protezione del benessere e del futuro dei giovani della nazione”.
La Caritas aggiunge che “oltre a dichiarare l’emergenza sanitaria, è fondamentale investire in programmi di prevenzione e riabilitazione. Ciò include la creazione di strutture di trattamento accessibili e convenienti, il lancio di campagne globali di sensibilizzazione del pubblico e l’attuazione di iniziative educative volte a informare i giovani sui pericoli associati al consumo di kush”. (L.M.) (Agenzia Fides 27/1072023)


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