La gente scende in strada per manifestare. Inizialmente la protesta, avviata il 19 dicembre, aveva preso di mira l’aumento dei prezzi dei carburanti e del pane. Successivamente si è spinta a chiedere le dimissioni del presidente Omar al Bashir. La libertà di coscienza e di religione sono sotto pressione. La missione della Chiesa va avanti, nonostante le difficoltà. La popolazione chiede la nascita di un sistema democratico che preveda un’alternanza al potere. La repressione da parte del regime è stata dura. «Finora abbiamo arrestato 816 manifestanti», ha dichiarato il 7 gennaio il ministro degli Interni Ahmed Bilal Osmane davanti al Parlamento di Khartum. L’opposizione parla di «almeno 1.100 manifestanti arrestati» e di torture sistematiche su medici, giornalisti, architetti, insegnanti, avvocati, giudici, incarcerati e torturati per giorni. Su questa delicata situazione politica si è innescata una profonda crisi economica. (...)