AMERICA/COLOMBIA - La Caritas in prima linea nella ricerca della pace

lunedì, 8 ottobre 2018 pace   riconciliazione   caritas   politica   gruppi armati   indigeni  

Bogotá (Agenzia Fides) - Incertezza, preoccupazione e speranza convivono tra gli abitanti dei distretti rurali più colpiti dal conflitto armato. Ora, nel quadro dell'applicazione degli Accordi di pace, questi municipi sono protagonisti dei "Piani di Sviluppo focalizzati sul territorio" (PDET). Lo spiega all'Agenzia Fides Ana Prada, incaricata della Caritas colombiana nel programma dei PDET, a conclusione di una riunione tra 143 rappresentanti di comunità, di enti governativi, organizzazioni della società civile, organismi di cooperazione internazionale.
Mons. Héctor Fabio Henao, direttore di Caritas colombiana, ha sottolineato l'importanza dei Piani di Sviluppo come "strumenti per la trasformazione dei territori attraverso la partecipazione di tutti, per la ricostruzione della pace". Si tratta di un approccio inedito, voluto dal primo punto degli Accordi di Pace: la "Riforma rurale integrale", che è risposta alla prima causa del conflitto, ovvero la diseguale distribuzione della terra e la povertà e la mancanza di opportunità per le comunità rurali.
I Piani riguardano le sedici aree più colpite, luoghi di grande diversità culturale ed etnica, come spiega Prada: la sfida è dunque armonizzare le diverse visioni, nel recente cambio di governo e nelle difficoltà proprie di un processo di pace.
I PDET coinvolgono 170 municipi abitati da contadini, indigeni e afrocolombiani. Vi si trovano zone naturali protette, campi di coca, giacimenti minerari a grande scala, megaprogetti agroindustriali e molti degli spazi previsti per riassorbire nella vita civile degli ex guerriglieri.
"Ora le priorità del nuovo governo sono diverse da quelle del precedente", rileva la specialista della Caritas. "E ciò crea incertezza". Fattori di rischio sono, poi, la possibile ripresa delle armi di ex guerriglieri, e il malcontento degli esponenti delle Farc divenute "partito", secondo gli Accordi.
La fiducia sta nel fatto che "il processo è in qualche modo sotto gli occhi del mondo". Inoltre, secondo Prada, "vi è una accresciuta consapevolezza che lo Stato siamo tutti", e che l'esito del processo di pace dipende in gran misura dalla società civile.
In tale momento, la Caritas e la Chiesa offrono il contributo di "un'organizzazione visibile riconosciuta e molto credibile" nella società, che "dialoga direttamente con tutti gli attori sul terreno". "Dove lo Stato non arriva, un parroco c'è comunque", esemplifica Ana Prada "e diventa un attore prezioso, figura di garanzia per la comunità per la riconciliazione la costruzione di una fase del paese". (SM) (Agenzia Fides (8/10/2018)


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