ASIA/TURCHIA - Corte suprema respinge la richiesta di aprire Ayasofya al culto islamico

venerdì, 14 settembre 2018 medio oriente   politica   islam politico   laicità  

Greek Times

Istanbul (Agenzia Fides) – L'antica basilica bizantina di Santa Sofia (Ayasofya) a Istanbul per ora rimane un museo. La Corte suprema della Turchia ha respinto ieri, giovedì 13 settembre, la richiesta presentata dall'Unione turca dei monumenti storici di trasformarla in “casa di preghiera” per i musulmani. Secondo quanto riportato dai media turchi, la Corte ha motivato il proprio pronunciamento contrario facendo riferimento a errori di forma contenuti nel testo di presentazione della richiesta.
La basilica bizantina di Hagia Sophia fu trasformata in moschea dopo la caduta di Costantinopoli, avvenuta nel 1453, per poi divenire un museo nel 1935, per volere di Mustafa Kemal Atatork, primo Presidente turco e fondatore della Turchia moderna.
I media turchi ricordano che l'Unione turca dei monumenti storici già dal 2004 aveva sottoposto al governo turco la richiesta di aprire Ayasofya a raduni di preghiera musulmana, senza ricevere risposta. Nel 2005, il Consiglio di Stato aveva già respinto il ricorso presentato dall'Unione per tentare di far approvare la propria richiesta.
Gli ultimi anni hanno visto raduni di migliaia di fedeli riempire la vasta piazza fuori dal sito ogni maggio per celebrare l'anniversario della conquista musulmana della città e chiedere la sua riapertura come moschea.
Nel 2013 l'allora vice-primo ministro turco Bülent Arınc accennò in più occasioni alla possibilità imminente di riaprire al culto islamico il complesso monumentale di Ayasofya. Nel 2014, come riferito dall'Agenzia Fides (vedi Fides 31/5/2014) fu l'Imam saudita Abdullah Basfar a guidare la mobilitazione di preghiera, convocata il 31 maggio di quell'anno davanti al museo di Ayasofya, per chiedere di riaprire il monumento al culto islamico. L'iniziativa fu promossa allora dal Comitato per la conquista di Costantinopoli - organismo fondato nel 1950 su pressione dei gruppi nazionalisti di marca islamista – e fu appoggiata da Gioventù Anatolica, organizzazione militante ispirata dal politico islamista nazionalista Necmettin Erbakan, scomparso nel 2011. (GV) (Agenzia Fides 14/9/2018).


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