ASIA/INDIA - Suicidi di agricoltori, una piaga della società

martedì, 2 giugno 2015

New Delhi (Agenzia Fides) – Negli ultimi 20 anni circa 300.000 agricoltori si sono suicidati in India, secondo l'Ufficio nazionale di statistica indiano. E nei primi mesi del 2015 sono 257 gli agricoltori che si sono tolti la vita nel Maharashtra, lo stato indiano più colpito dal fenomeno. Secondo gli osservatori, la pesante crisi economica è il fattore principale: gli agricoltori dicono che “non c'è futuro per loro”.
Il cotone è la coltura principale in India, ma la caduta dei prezzi a livello mondiale e la domanda più bassa non sono tendenze promettenti. La maggior parte degli agricoltori ha contratto debiti con istituti di credito locali e non riesce a pagare gli alti tassi di interesse.
Secondo alcuni attivisti, una parte di responsabilità l'hanno alcune multinazionali che persuadono gli agricoltori indiani a comprare sementi da organismi geneticamente modificati: Il fallimento di tali colture causerebbe i suicidi. Altri studiosi contestano tale correlazione, ricordando che il cotone geneticamente modificato, introdotto in India nel 2002, ha portato in media ad aumentare la produzione nazionale, a diminuire l’uso di pesticidi con benefici per l’ambiente e la salute degli agricoltori.
La Chiesa indiana monitora il fenomeno e lo ha più volte definito “una ferita profonda per la società indiana”, esprimendo solidarietà verso gli agricoltori e promuovendo tramite la Caritas India programmi di aiuto e assistenza ai piccoli contadini, incentivando la formazione professionale e il microcredito. La Chiesa invita il governo indiano a porre in atto provvedimenti che garantiscano la sicurezza alimentare della popolazione. (PA) (Agenzia Fides 2/6/2015)


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