ASIA/INDIA - Il governo indiano non promuoverà una legge anti-conversione

martedì, 24 febbraio 2015

New Delhi (Agenzia Fides) – Il governo indiano non approva le controverse “ghar wapsi”, cioè le cerimonie di “riconversione” all’induismo, organizzate da gruppi estremisti indù, che nei mesi scorsi hanno riguardato centinaia di fedeli cristiani e di altre minoranze religiose: lo ha dichiarato il Ministro federale per lo sviluppo urbano, M. Venkaiah Naidu, specificando che “se la conversione forzata è sbagliata, anche la riconversione è sbagliata”. Come appreso da Fides, il Ministro ha riferito che “il governo federale non ha alcun piano di presentare una legge anti-conversione”, come quelle in vigore in alcuni stati, che di fatto limitano la libertà religiosa.
Le cerimonie di “ghar wapsi” hanno sconcertato molti e il governo centrale – ha detto il Ministro –“non ha alcuna responsabilità: sono i singoli stati indiani interessati dal fenomeno a dover fare attenzione”. Invece “se la gente si converte in coscienza, questo va bene”, ha aggiunto, stigmatizzando la strumentalizzazione politica che alcuni partiti promuovono sulla questione.
Secondo gli osservatori, il recente discorso del Premier indiano Narendra Modi, che ha condannato la violenza sulle minoranze religiose e promesso l’impegno per la tutela dei loro diritti, ha generato soddisfazione tra le minoranze religiose, come i cristiani indiani. Modi, dicono alcuni, potrebbe dare al partito nazionalista Baratiya Janata Party, di cui è leader, “un nuovo volto”, virando verso un approccio maggiormente laico e distanziandosi dai gruppi fanatici induisti. “Non è impossibile che l'ultima batosta elettorale a Delhi abbia ricordato al Primo Ministro che il popolo lo ha votato non per attuare ‘l'agenda zafferano’ dei gruppi estremisti ma per rilanciare l'economia” nota un fonte di Fides in India. (PA) (Agenzia Fides 24/2/2015)


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