AMERICA/GUATEMALA - Preoccupazione della Comunità internazionale per la pena di morte in Guatemala

lunedì, 25 ottobre 2010

Città del Guatemala (Agenzia Fides) – La comunità internazionale ha espresso la propria preoccupazione per una risoluzione del Congresso del Guatemala, che lascia nelle mani del Presidente della Repubblica l'applicazione o meno della pena di morte tramite iniezione letale, per quanti sono stati condannati dai tribunali della giustizia. L'Unione Europea (UE), uno dei maggiori partner per lo sviluppo del Guatemala, è stata tra i primi a deplorare la risoluzione dei deputati guatemaltechi, considerandola come un "segnale preoccupante" inviato alla comunità internazionale, proprio quando si registra un consenso globale a sostegno dell'abolizione universale della pena di morte.
In Guatemala, che ha cercato di realizzare senza risultati la riforma del sistema giudiziario e della sicurezza pubblica, sono 41 i prigionieri condannati a morte per sequestro di persona ed omicidio. Il paese del Centro America, Cuba e gli Stati Uniti, sono i soli paesi in America che hanno ancora la pena di morte in vigore, ma in Guatemala era di fatto sospesa dal governo del Presidente Alfonso Portillo (2000-2004). La possibile ripresa della pena di morte, con l'iniziativa della grazia presidenziale adottata lo scorso 5 ottobre da parte dei deputati del Guatemala, passa adesso sotto la responsabilità del presidente Alvaro Colom.
L'Unione Europea ha ammesso che la violenza e la criminalità organizzata sono un problema in Guatemala, tuttavia ha insistito sul fatto che le autorità del paese dell'America centrale dovrebbero lavorare per la "progressiva abolizione" della pena di morte. Il Presidente Colom ha già affermato di rifiutare la responsabilità di decidere se somministrare o meno l'iniezione letale ad una persona condannata.
La restituzione al Presidente del potere di concedere o negare la grazia ai detenuti condannati a morte per iniezione letale è stata proposta da vari partiti politici con la motivazione della lotta alla criminalità che affligge la nazione. I difensori dei diritti umani hanno giudicato il provvedimento come una trovata elettorale.
La Chiesa cattolica del Guatemala, per mezzo della Conferenza Episcopale, si è espressa più volte a favore della vita, in quanto è stato sempre uno dei punti chiave dell’impegno pastorale. Nella Lettera pastorale “La Gloria di Dio è la vita dell’uomo”, del 20 aprile 2007, i Vescovi affermano: “La Chiesa, con la sua benefica presenza in tutti gli strati della società, non può rinunciare alla sua missione chiara di essere, come il suo fondatore Gesù Cristo, fedele difensore della vita”. (CE) (Agenzia Fides, 25/10/2010)


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