ASIA/PAKISTAN - Migliaia di cristiani e sikh fra i profughi della valle di Swat

martedì, 12 maggio 2009

Islamabad (Agenzia Fides) – Vi sono migliaia di famiglie cristiane di religione sikh fra i profughi che, in fretta e furia, hanno abbandonate case, terre, fattorie, villaggi nella valle di Swat per fuggire dal conflitto che vede scontrarsi l’esercito regolare del Pakistan e i militanti talebani.
Come appreso dall’Agenzia Fides, le organizzazioni civili per la tutela delle minoranze religiose in Pakistan stanno monitorando l’esodo dei rifugiati che negli ultimi giorni è notevolmente aumentato, constatando la presenza di numerose famiglie cristiane e sikh, costrette a lasciare i distretti di Swat, Buner, Shangla e Lower Dir, tutti nella Provincia della Frontiera di Nordovest, dove i militari pakistani hanno lanciato l’offensiva contro i talebani.
Nell’area è in corso una crisi umanitaria (vedi Fides 11/5/2009) che si sta aggravando e, secondo le organizzazioni internazionali, può trasformarsi in tragedia.
Numerose famiglie cristiane erano fuggite già in precedenza, vittime di intimidazioni e minacce da parte degli integralisti islamichi che, nei due anni scorsi, hanno allargato la loro influenza e preso sempre maggior piede nella società, imponendo leggi e costumi islamici, costringendo alla chiusura le scuole e gli esercizi commerciali cristiani, assumendo di fatto il controllo delle strade e della burocrazia (vedi Fides 6/11/2008 e 11/9/2007). La situazione è peggiorata quando il governo pakistano ha legittimato l’imposizione della svaria nella Provincia (vedi Fides 16/4/2009) .
Oggi il flusso dei profughi cristiani è in crescita: la valle di Swat si è svuotata e difficilmente le famiglie oggi esuli potranno tornare nelle loro terre. Ciò sarà possibile solo se l’esercito pakistano riprenderà l’assoluto e definitivo controllo del territorio, ripristinando lo stato di diritto e le libertà fondamentali per tutti i cittadini, inclusi quelli di religione non islamica, molti dei quali abitano nella valle da oltre 60 anni.
Centinaia di famiglie cristiane nei giorni scorsi hanno raggiunto la località di Rasalpur, testimoniando direttamente le loro difficoltà, le minacce e le violenze subite dai talebani. Le donne, ad esempio erano costrette a coprirsi totalmente il viso, pena percosse e maltrattamenti. Stessa sorte per circa 2.00o profughi sikh che, nei giorni scorsi, hanno raggiunto alcune località della provincia del Punjab, dove stabilirsi in attesa della fine delle ostilità.
Secondo stime del governo, vi sono a Swat e nei distretti vicini circa 5.000 talebani armati e ben equipaggiati che stanno resistendo alla pressione dell’artiglieria pakistana, grazie a postazioni strategiche costruite nella aree montuose.
Secondo alcuni leader civili locali, i talebani non esitano a usare i civili come scudi umani, cercando di alienare le simpatie della popolazione dai militari pakistani. Attualmente l’azione lanciata dal governo pakistano ha riscosso il favore della maggioranza della popolazione pakistana, che chiede il ripristino dello stato di diritto su tutto il territorio del paese. Solo alcune formazioni politiche di matrice islamica estremista hanno criticato la mossa del governo. (PA) (Agenzia Fides 12/5/2009 righe 29 parole 296)


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