AFRICA/ZIMBABWE - L'ex Presidente sudafricano Mbeki nello Zimbabwe per superare lo stallo politico; ma Mugabe procede unilateralmente alla nomina dei Ministri chiave

lunedì, 13 ottobre 2008

Harare (Agenzia Fides)- L'ex Presidente sudafricano Thabo Mbeki è atteso oggi, 13 ottobre, in Zimbabwe per cercare di superare il grave stallo nella formazione del governo di unità nazionale previsto dall'accordo tra maggioranza e opposizione negoziato dallo stesso Mbeki questa estate e firmato dalle parti il 15 settembre.
Mbeki è stato chiamato a riprendere il suo ruolo di mediazione dal Presidente Robert Mugabe, da Morgan Tsvangirai, leader del principale partito di opposizione, il Movimento per il Cambiamento Democratico (MDC), e dal capo di una fazione secessionista dell'MDC, Arthur Mutambara.
L'accordo per la condivisione del potere firmato dai tre maggiori partiti politici dello Zimbabwe, stabilisce che Mugabe resterà presidente mentre Tsvangirai, diventa Primo Ministro e Mutambara Vice Primo Ministro.
L'accordo assegna 15 posti di Gabinetto allo ZANU PF, il partito di Mugabe, 13 allo MDC e tre alla fazione di Mutambara, senza però specificare l'assegnazione dei singoli Dicasteri. Sono sorte controversie sull'assegnazione dei Ministeri più importanti, come quello degli Interni e quello delle Finanze, che hanno portato ad un grave stallo politico. Di conseguenza l'accordo di condivisione dei poteri non è stato applicato.
Il Presidente Mugabe ha nominato unilateralmente alcuni Ministri chiave (Difesa, Esteri, Interni e Finanze) senza la partecipazione dell'opposizione. Lo stesso giorno dell'arrivo previsto di Mbeki, Mugabe ha fatto giurare due Vice Presidenti da lui nominati. Tsvangirai ha minacciato di ritirarsi dall'accordo di condivisione del potere. “Se la mediazione fallisce- ha affermato il leader dell'MDC- questo matrimonio non sarà consumato, non possiamo forzare gli eventi: non vi sarà altra strada da seguire che andare ognuno per la propria strada”. I margini di mediazione di Mbeki appaiono quindi molto ridotti.
Mentre i responsabili politici litigano, la situazione economica continua a sprofondare in un baratro apparentemente senza fondo; la scorsa settimana l'autorità centrale di statistica ha reso noto che l'inflazione annuale ha raggiunto un tasso record: il 231 milioni per cento, il più alto del mondo.
L'iperinflazione è il segno più visibile della profonda recessione dello Zimbabwe, che ha lasciato più dell'80 per cento della forza lavoro disoccupata e ha provocato una forte penuria di cibo, di carburante e di valuta estera. (L.M.) (Agenzia Fides 13/10/2008 righe 29 parole 353)


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