AFRICA/ZIMBABWE - Svolta nello Zimbabwe: governo ed opposizione firmano l'intesa per avviare un dialogo diretto

lunedì, 21 luglio 2008

Harare (Agenzia Fides)- La crisi politica dello Zimbabwe ad una svolta? È quanto si domandano gli osservatori internazionali e la stremata popolazione del Paese dopo l'annuncio che nel pomeriggio del 21 luglio verrà firmata un'intesa tra il governo del Presidente Robert Mugabe e il Movimento per il Cambiamento Democratico (MDC), il principale partito d'opposizione, che dovrebbe delineare il quadro negoziati diretti tra le due parti e, forse, portare alla formazione di un governo di unità nazionale.
Si tratta dell'intesa quadro che avrebbe dovuto essere firmata la scorsa settimana (vedi Fides 14/7/2008) ma i rappresentanti dell'opposizione avevano rifiutato di sottoscrivere l'accordo, pretendendo prima l'impegno del governo per la cessazione delle violenze e il rilascio dei detenuti politici, l'estensione dell'intesa ad altre formazioni politiche e il coinvolgimento nei negoziati di un ulteriore mediatore nominato dall'Unione Africana, destinato ad affiancare il Presidente sudafricano Thabo Mbeki,incaricato di mediare nella crisi dalla Comunità lo Sviluppo dell'Africa Australe (SADC).
Mbeki è partito per la capitale dello Zimbabwe, Harare, per presenziare alla firma dell'intesa.
La crisi nel Paese si è aggravata dallo scorso 27 giugno quando il Presidente Mugabe è stato rieletto in un ballottaggio, definito una “farsa” dall'opposizione e da buona parte della comunità internazionale, dopo che il leader dell'opposizione, Morgan Tsvangirai, si era ritirato dalla competizione elettorale, denunciando le violenze contro i suoi sostenitori. Sarà lo stesso Tsvangirai a firmare le intese con il governo. La condivisione del potere tra maggioranza ed opposizione è invocata da più parti come l'unico modo per evitare un bagno di sangue in un Paese affamato e impoverito dalle cattiva politica economica degli ultimi anni. L'esempio recente del Kenya, con la formazione di un governo di unità nazionale e la condivisione dei poteri tra il Presidente Mwai Kibaki e il suo avversario nelle contestate elezioni Raila Odinga (che è divenuto Primo Ministro), costituisce un precedente importante. La crisi che attraversa lo Zimbabwe dura da più tempo di quella del Kenya e il Paese è ridotto al lastrico. L'inflazione continua ad accumulare record storici: sono ormai in circolazione banconote da 100 miliardi di dollari zimbabwani, appena sufficienti a comprare 4 arance. Le Nazioni Unite hanno lanciato l'allarme sul fatto che, a causa del cattivo raccolto (conseguenza delle fallimentari riforme agrarie del governo), 5 milioni di zimbabwani rischiano la fame nei prossimi mesi, se non si interviene in tempo. (L.M.) (Agenzia Fides 21/7/2008 righe 30 parole 403)


Condividi: