AFRICA/ZIMBABWE - Fallito lo sciopero generale proclamato dall'opposizione. Un nocciolo duro di militari e di funzionari della sicurezza controlla il regime?

mercoledì, 16 aprile 2008

Harare (Agenzia Fides)- Dopo il fallimento dello sciopero generale indetto dall'opposizione in Zimbabwe, quest'ultima si avvia a partecipare al secondo turno delle elezioni presidenziali, tra il timore di brogli e di un'escalation delle violenze.
Il partito dell'opposizione (Movimento per il Cambiamento Democratico, MDC), guidato da Morgan Tsvangirai, aveva indetto il 15 aprile uno sciopero generale per protestare contro la mancata pubblicazione dei risultati del primo turno delle elezioni presidenziali del 29 marzo (vedi Fides 31/3/2008). In un Paese sotto l'assedio di esercito e polizia, la maggioranza dei lavoratori si è però presentata al lavoro, sia per il timore di ritorsioni da parte del governo e dei datori di lavoro, sia perché la situazione economica è talmente disastrosa che gli impiegati non possono permettersi di perdere nemmeno un giorno di retribuzione. Un portavoce del MDC ha ammesso il fallimento della protesta attribuendola alla “spietatezza del regime”.
Nonostante l'evidente insuccesso dello sciopero la polizia ha arrestato 30 attivisti dell'opposizione: 15 attivisti sono stati arrestati perché avevano bloccato alcune strade per impedire alla gente di andare a lavorare, e altri 15 perché cercavano di intimidire i lavoratori per farli aderire allo sciopero, secondo quanto ha specificato un portavoce delle forze dell'ordine. L'MDC ha anche accusato il regime della morte di due suoi attivisti, uccisi nello scorso week end.
Nel frattempo, l'Alta Corte di Giustizia ha rinviato il verdetto sul ricorso presentato dall'opposizione per costringere la Commissione Elettorale a procedere alla pubblicazione del risultato del voto del 29 marzo. La Commissione Elettorale ha inoltre annunciato di procedere a un riconteggio dei voti in 23 delle 210 circoscrizioni elettorali. Una decisione che potrebbe rimettere in discussione la vittoria conseguita dal MDC alle elezioni legislative.
I giornali vicini al Presidente Robert Mugabe hanno lasciato intendere che si dovrà procedere al ballottaggio. Tsvangirai, che aveva finora escluso la sua partecipazione ad un secondo turno (“Sono io il Presidente avendo vinto al primo turno” afferma), ha dichiarato che vi parteciperà solo se vi saranno garanzie da parte della Comunità di Sviluppo dell'Africa del Sud e della comunità internazionale.
Un gruppo interparlamentare regionale per la pace (“Great Lakes Parliamentary Forum on Peace- Amani forum), ha espresso il timore che l'instabilità dello Zimbabwe possa propagarsi ai Paesi vicini, come lo Zambia. Altri osservatori fanno notare che il Presidente Mugabe è fortemente influenzato da un gruppo di “sicurocatri”, appartenenti all'esercito, alla polizia e ai servizi segreti, che di fatto hanno preso il controllo del regime e del Paese. Questi ufficiali farrebbero parte del “Joint Operations Command”, un misterioso gruppo che ha preso in mano le redini del potere quando è apparso evidente che Mugabe aveva perso le elezioni del 29 marzo. Una sconfitta da lui stesso ammessa in privato, ai familiari e collaboratori (vedi Fides 3/4/2008). É questo gruppo che si prepara a gestire il secondo turno elettorale, suscitando i timori dell'opposizione e della comunità internazionale. (L.M.) (Agenzia Fides 16/4/2008 righe 36 parole 476)


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