ASIA/INDONESIA - PREOCCUPAZIONE DIFFUSA DOPO L’UCCISIONE DI CRISTIANI A SULAWESI CENTRALE: GRUPPI DI ESTREMISTI TENTANO DI RIACCENDERE LA VIOLENZA - ARRESTATO IL RESPONSABILE DEL CENTRO DI INFORMAZIONE DELLA CHIESA PROTESTANTE: SI VUOLE COLPIRE IL SERVIZIO ALLA VERITÀ

giovedì, 20 novembre 2003

Poso (Agenzia Fides) – Quattro cristiani protestanti uccisi domenica 16 novembre, fra i quali il Pastore Oranje Tadjodja, di 58 anni, dopo i 10 morti di ottobre; un altro Reverendo, padre Rinaldy Damanik, responsabile del Centro di Crisi della Chiesa Protestante di Sulawesi centrale, arrestato con l’accusa di detenzione di armi; episodi di violenza per le strade; voci insistenti sulla presenza di guerriglieri della Jemaah Islamiyah, desiderosi di riaccendere un conflitto religioso; stanziamento di un contingente militare di oltre 3.200 uomini per prevenire lo scoppio di disordini. E’ questo il quadro attuale della situazione nell’area centrale di Sulawesi, grande isola nell’Est dell’arcipelago indonesiano, dove i leader della Chiesa cattolica, la gente comune, le autorità civili hanno espresso preoccupazione perchè non si ritorni a livelli di aperto conflitto civile, come nel 2000, quando morirono oltre 1.000 persone.
La zona di Sulawesi centrale è formata da una rete di cittadine, villaggi e piccoli insediamenti umani vicini al mare. I due centri principali dell’isola, Manado (Sulawesi settentrionale) e Makassar (Sulawesi meridionale), sono entrambi a oltre 1.000 chilometri di distanza. Dopo i primi episodi di violenza, il governo indonesiano ha inviato a Poso – cittadina dove sono stati uccisi i cristiani – un contingente militare che conta 3.200 uomini. Fonti locali di Fides riferiscono che le forze di sicurezza scortano gli autobus che attraversano la città e la regione. Tutti i trasporti pubblici fra Poso, Tentena, Palu, Morowali Makassar e Manado sono scortati. Numerosi posti di blocco sono stati istituiti nella zona, e i controlli si fanno più stetti.
Mentre Mons. Joseph Suwatan, Vescovo di Manado, competente per la zona di Sulawesi centrale, è assente dalla città per un ricovero ospedaliero, la piccola comunità cattolica nell’area di Poso, Tentena, Palu è solidale con i fratelli protestanti, ma vicina anche ai musulmani, con i quali ha instaurato un livello di pacifica convivenza già prima degli scontri del 1999-2001, ma anche dopo gli accordi di Malino che nel dicembre 2001 misero fine al conflitto.
Padre Herman Hubas, economo della diocesi di Manado, ha raccontato all’Agenzia Fides: “Non c’è un allarme collettivo, ma vi sono segnali di tensione e la gente ha paura. La comunità cristiana è preoccupata per la presenza di elementi estremisti che, come tre anni fa, vogliono innescare il conflitto”. I 10 morti di ottobre e i quattro dei giorni scorsi hanno fatto salire il livello di allerta nella gente. Secondo padre Herman, non va sottovalutato l’elemento politico: la violenza potrebbe rientrare in un disegno di alcuni leader civili e militari che vogliono acquisire potere in vista delle elezioni del 2004.
Le autorità indonesiane hanno dichiarato che gli attacchi sono opera del gruppo Jemaah Islamiyah, accusato di diversi attentati in Indonesia e di essere legato alla rete Al Qaeda. Il gruppo, secondo quanto rivelato dai militari, avrebbe nella zona d Sulawesi centrale campi di addestramento alla guerriglia.
Quello che desta sconcerto, notano fonti cattoliche indonesiane contattate da Fides che chiedono l’anonimato, è inoltre il tentavo, operato da alcuni settori dell’esercito, di colpire il Centro di Crisi della Chiesa Protestante di Sulawesi, istituzione distintasi per il servizio di informazione svolto sul conflitto, per la difesa dei diritti umani, per un lavoro di servizio alla verità e difesa dei deboli, contro gli abusi dei fondamentalisti, dei politici, dei militari. Il Reverendo Rinaldy Damanik è stato arrestato con l’accusa di detenzione illegale di armi: alcuni militari affermano di aver trovato nella sua automobile armi e munizioni, ma nessun testimone era presente al momento del ritrovamento e le versioni fornite dagli stessi soldati sono contrastanti. Contro l’arresto si sono sollevate diverse organizzazioni: Christian Solidarity Wordlwide ha lanciato una campagna che ha visto oltre 15.000 cartoline giungere a Sulawesi con la richiesta di rilascio.
Intanto a Giacarta il gen. Susilo Bambang Yudhoyono, Ministro per la Politica e la Sicurezza, ha chiesto a tutti gli indonesiani di vigilare per mantenere la pace in special modo a conclusione del mese di Ramadan e durante le imminenti festività natalizie, scongiurando lo scoppio di un nuovo conflitto.
(PA) (Agenzia Fides 20/11/2003 lines 53 words 649)


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