AMERICA/ARGENTINA - Indignazione per un nuovo caso di aborto con copertura “legale” e con mezzi ufficiali: "il totalitarismo degli abortisti incombe sull'Argentina come una sinistra minaccia. Come l'ombra di Erode" afferma l’Arcivescovo di La Plata

giovedì, 27 settembre 2007

Mar del Plata (Agenzia Fides) - Grande indignazione ha suscitato in Argentina un nuovo caso di aborto praticato in un ospedale della città di Mar del Plata ad una giovane con problemi mentali vittima di una presunta violenza. Il padre della giovane aveva chiesto di non ricorrere all'aborto, ma il tribunale superiore di Entre Ríos a Paraná ha condannato a morte la persona che stava per nascere, secondo quanto spiega il Segretariato Nazionale per la Famiglia. Tuttavia i medici di Paraná "motivati dallo stato avanzato della gravidanza e dall'obbligo di preservare la salute della madre, si sono rifiutati di praticare l'aborto". La giovane è stata quindi trasportata in un ospedale pubblico di Mar del Plata dove le è stato praticato l'aborto. Il caso è diventato di dominio pubblico in quanto ha per protagonista una persona con limitate capacità mentali, ed è stato considerato tra i casi di aborti "non punibili" previsti dall'art. 86 del Codice Penale Argentino. Tale articolo è però considerato incostituzionale in quanto consente una violenza nei confronti del diritto alla vita della persona che sta per nascere. La Suprema Corte Provinciale riconosce l'esistenza di tale diritto alla vita, ma considera che non è assoluto e che può essere soggetto a regolamentazioni, appunto come quella prevista dall'art. 86.
Il Segretariato Nazionale per la Famiglia della Conferenza Episcopale Argentina, ha emesso un comunicato ufficiale nel quale afferma che "ogni problema umano ha una soluzione umana. L'adozione è la risposta alla povertà, all'incapacità o all'impossibilità di allevare un bambino. Uccidere è inumano. Quando chi uccide è il governo, perde ogni credibilità e muore anche la democrazia".
Anche la Corporazione degli Avvocati Cattolici che ha difeso sempre la sacralità della vita innocente, ha espresso la sua indignazione di fronte "a tale crimine, perpetrato con il concorso di giudici e funzionari che non vollero proteggere una vita innocente", e sottolinea "la condotta realmente ripugnante di cui i responsabili un giorno dovranno rendere conto davanti all'unico Signore della vita e della morte, il cui giudizio presto o tardi arriva per tutti”.
La Commissione Nazionale Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale l'Argentina ha manifestato "solidarietà con il dolore umano che sicuramente stanno soffrendo la giovane alla quale è stato praticato l'aborto e i suoi parenti", ai quali esprime "la necessità di rispettare il diritto alla vita in qualunque circostanza", e chiedono di "trovare soluzioni alternative alla violenza e alla cultura della morte".
L'Arcivescovo di La Plata, Mons. Héctor Aguer, ha pubblicato una nota intitolata "L'ombra di Erode" nella quale mette in guardia: "il totalitarismo degli abortisti incombe sull'Argentina come una sinistra minaccia. Come l'ombra di Erode". Secondo l'Arcivescovo "con copertura 'legale' e con mezzi ufficiali è stato privato del diritto a nascere un bambino con diversi mesi di vita”. Ricorda egualmente che “non si tratta di credenze religiose, ma di certezze confermate dalla biologia, dalla genetica, dall'embriología e dal diritto”. Proprio "la confusione ed i pregiudizi ideologici impediscono di accettare una verità che è di ordine puramente razionale, non di fede". L'Arcivescovo denuncia che si parla di "aborto terapeutico" quanto in realtà non è tale, perché "chi è stato curato con l'aborto, e di che malattia ? Bisognerebbe dire in ogni caso che esso è eugenetico e discriminatorio". "Non si parla del bambino - continua il testo - non c’è stato tempo di chiamarlo con il suo nome. Come se non fosse mai esistito. Ma la cosa certa è che viveva, e l'hanno ucciso". (RG) (Agenzia Fides 27/9/2007; righe 40, parole 570)


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