AFRICA/ZIMBABWE - Approvata la legge sull’affidamento della maggioranza della proprietà delle imprese straniere agli “indigeni”; preoccupazione sulle sorti dell’economia nazionale

giovedì, 27 settembre 2007

Harare (Agenzia Fides)- Il Parlamento dello Zimbabwe ha varato ieri, 26 settembre, la controversa legge che impone che almeno il 51% della proprietà delle imprese straniere venga affidato a cittadini locali di origine africana o meglio ad “indigeni”. La legge, chiamata “Indigenisation and Empowerment Bill”, era in discussione da tempo e aveva suscitato forti critiche nel Paese e all’estero (vedi Fides 26 giugno 2007).
La nuova normativa definisce indigeni “qualsiasi persona che prima del 18 aprile 1980 (giorno dell’Indipendenza dello Zimbabwe), sia stata sfavorita da un’ingiusta discriminazione sulla base della razza, e qualsiasi discendente di questa persona”. Tra le aziende interessate dal provvedimento vi sono diverse multinazionali del settore minerario, energetico, bancario, delle bevande e delle costruzioni.
L’opposizione si è battuta contro l’approvazione della legge affermando che il provvedimento rischia di infliggere un colpo di grazia all’economica nazionale, fortemente indebolita dalla distribuzione delle aziende agricole dei coloni di origine europea a cittadini africani. Un provvedimento, seppure atteso da tempo, effettuato con criteri clientelari che ha messo in ginocchio quello che un tempo era il “granaio dell’Africa australe”. Nel giro di pochi anni lo Zimbabwe è passato da esportatore di cereali a Paese dipendente dagli aiuti stranieri. La popolazione è letteralmente alla fame: Più del 75% della popolazione è disoccupata, l’80% ha bisogno dell'aiuto internazionale per alimentarsi, l'inflazione ha raggiunto un livello record, superiore al 6.500%; il settore sanitario e scolastico sono collassati.
I critici del Presidente Robert Mugabe affermano che la nuova legge è solo una mossa politica prelettorale volta ad attirare il consenso di una popolazione allo stremo, gettando la responsabilità della crisi economica sulle imprese e gli interessi stranieri.
Grazie ad un accordo tra il partito del Presidente (Unione Nazionale Africana dello Zimbabwe -Fronte Patriottico, ZANU-PF) e il principale partito dell’opposizione (Movimento per il Cambiamento Democratico, MDC) il Senato ha approvato un emendamento costituzionale che permette lo svolgimento simultaneo delle elezioni legislative e presidenziali nel 2008. L’accordo è stato raggiunto grazie all’intervento del Presidente del Sudafrica, Thabo Mbeki, che è stato incaricato dalla Comunità di Sviluppo dell’Africa Meridionale di mediare nella crisi politica dello Zimbabwe. (L.M.) (Agenzia Fides 27/9/2007 righe 30 parole 357)


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