Amman (Agenzia Fides) - Migliaia di cittadini giordani si sono radunati nelle moschee nel giorno di venerdì per ricordare i morti del triplice attentato kamikaze ad Amman, avvenuti il 9 novembre. Le manifestazioni hanno dato voce alla rabbia popolare mentre tutti temono che il terrorismo si sia spostato nella patria di al-Zarqawi, nato a Zarqa e oggi indiscutibile paladino del terrore internazionale.
La gente comune si chiede che cosa vuole al-Zarqawi, se ha deciso di uccidere i propri concittadini. La risposta è arrivata senza troppa retorica da Al-Qaeda: “Alcuni alberghi sono stati scelti come luoghi degli attentati perché il tiranno della Giordania (Re Abdallah II n.d.r.), li ha trasformati in giardini isolati per i nemici dell’Islam, giudei e crociati” (“Muslim News”, mensile britannico 11 Novembre 2005). Questi proclami sono ormai conosciuti e sembrano ripetersi, da quando Bin Laden li aveva pronunciato prima della strage delle Torri Gemelle a New York.
Nella strategia dei terroristi si intravedono tre obiettivi principali. Il primo è quello di ricavare un spazio geografico perché i gruppi radicali islamici siano in grado di ribellarsi contro i regimi attuali dei paesi arabi chiamati corrotti, particolarmente le monarchie e non solo. Attentati sono stati compiuti a Casablanca (Marrocco), Sharm el-Sheikh (Egitto) e Riyad (Arabia Saudita). Le rivendicazioni delle azioni terroriste sono state accompagnato dalle condanne esplicite dei governi dei diversi paesi colpiti (“Arab News”, Riyad 13 Novembre 2005). Il secondo è quello di spostare lo scontro con le forze alleate in Afghanistan e Iran anche in altri stati arabi (“Daily News”, Bahrein 12 Novembre 2005). In questo senso la Giordania, che confina con Iraq, Israele, Siria e Arabia Saudita, sembra essere un paese ideale e vulnerabile davanti alle azioni terroristiche.
La pianificazione degli attentati di Amman ha dimostrato che i servizi di sicurezza giordani sono stati sconfitti (“The New York Times” 13 Novembre 2005). Il terzo obiettivo è quello di portare avanti lo scontro con Israele insieme ai movimenti musulmani che vogliono la sua totale distruzione. Le dichiarazioni infuocate del Presidente dell’Iran contro lo Stato di Israele il mese scorso hanno gettato benzina sul fuoco e hanno alimentato ogni forma di azione terroristica contro Israele. Il Re Abdallah II ha cancellato il suo viaggio programmato in Israele il giorno dopo gli attentati (“The Associated Press”, 12 Novembre 2005; “Turkish Daily News”, Istanbul 13 Novembre 2005). Nell’intervista al quotidiano “Jordan Times” (12 Novembre 2005), il Re Abdallah II ha detto: “I miscredenti non hanno posto a casa nostra. La libertà di espressione in Giordania deve servire a promuovere l’amore e il rispetto degli altri, la tolleranza e la giustizia, per diffondere i valori arabo-islamici contro l’odio, la violenza e il terrorismo” Da parte sua la Regina Rania ha visitato i feriti negli ospedali e ha detto: “Gli eventi di mercoledì sera (9/11/2005) rafforzano la nostra decisione di continuare sulla via della pace” (Sito Ufficiale della Regina Rania). La condanna degli attentati è stata unanime a giudicare dalla stampa dei paesi arabi e dai messaggi di solidarietà con la Giordania colpita dal terrorismo. Tuttavia una domanda è sulla bocca di tutti: dove colpiranno la prossima volta? (R.F.) (Agenzia Fides 14/11/2005 - Righe 36, parole 528)