AMERICA/HAITI - Padre Massimo Miraglio: “continuiamo con coraggio e determinazione il nostro impegno accanto alla gente affinchè un giorno abbiano una vita dignitosa”

mercoledì, 25 settembre 2024

MM

di Antonella Prenna

Pourcine (Agenzia Fides) – “Malgrado ormai da tempo si siano spenti i riflettori internazionali su Haiti, giornali e media non ne parlino più, la situazione non è assolutamente cambiata né migliorata”. Padre Massimo Miraglio, missionario Camilliano, racconta a Fides la realtà che ha ritrovato al suo rientro in Haiti dopo una lunga e forzata pausa italiana.

“Nonostante l’intervento delle forze ONU capeggiate dal gruppo keniota, giunto sull’isola lo scorso 25 giugno, e in questi giorni rafforzato con ulteriori forze giamaicane e del Belize, il contesto è sempre di degrado. Possiamo dire che la presenza di queste forze in Haiti è quasi inoperante. Lamentano mancanza di materiale, paura di perdita di vite umane, regole di ingaggio abbastanza restrittive - rimarca il missionario. Di fatto la capitale Port au Prince continua ad essere in mano alle gang armate seminando terrore tra la gente. Tutte le attività continuano ad essere quasi paralizzate. L’ingresso sia a sud che a nord della capitale sono completamente bloccate, si transita solo dopo aver pagato tangenti ai diversi gruppi che fermano durante il tragitto. Questo vale però solo per i trasporti pubblici e per i camion che in molti casi vengono sequestrati invece di essere lasciati passare. Anche l’uscita che porta a Jeremie, 200 km a sud della capitale, ormai è totalmente chiusa, via terra è praticamente impossibile arrivarci. Ed è in questo quadro tragicamente triste per la maggioranza della popolazione haitiana che il primo ottobre aprirà l’anno scolastico” spiega padre Massimo presente sull’isola da quasi venti anni.

“Non possiamo nascondere il fatto che l’anno scolastico si aprirà con tante apprensioni e tra mille difficoltà. Tanti bambini non andranno a scuola e moltissime scuole rimarranno chiuse soprattutto a Port au Prince a causa della presenza delle gang armate. Molti bambini non potranno andare a scuola perché non hanno i soldi necessari per comprare il materiale minimo per poter accedere all’insegnamento. Ricordiamo che in Haiti l’80% delle scuole sono private e i costi aumentano ogni anno di più mentre le famiglie continuano a precipitare nella miseria.” Anche a Jeremie – dove i Camilliani hanno una comunità - la situazione è drammatica e tanti bambini non potranno iniziare l’anno scolastico puntuali il primo di ottobre. “I libri come tutto il materiale scolastico hanno costi proibitivi e arrivano con difficoltà dalla capitale. Così come pure la divisa e la cartella per gli alunni. Trovare un paio di scarpe decenti per poterli mandare a scuola è diventata una cosa veramente impegnativa e costosissima. Insomma si preannuncia un anno scolastico veramente difficile per i bambini di Haiti” aggiunge p. Miraglio.

“Nella nostra parrocchia Nostra Signora del Soccorso a Pourcine, nell’entroterra montagnoso di Jeremie, quest’anno avremo 250 scolari iscritti tra elementari e scuola materna” spiega p. Massimo che è il parroco (vedi Fides 28/9/2023). Siamo riusciti a costruire due piccole strutture molto semplici, con legno locale, tendoni e lamiere dove verranno ospitate sei classi della scuola elementare e due della scuola materna. Con altrettanta grande difficoltà siamo riusciti a completare lo staff di insegnanti. Sono tutti molto giovani, gli unici che accettano di venire ad insegnare in località così lontane, nonostante l’idea di avere un salario. Sarà il secondo anno che si aprirà qui tra le montagne Pic-Makaya la scuola ‘Nostra Signora del Perpetuo Soccorso’.”

Tra i vari progetti che i missionari cercano di portare avanti sull’isola caraibica il Camilliano emerge l’assoluta priorità di un ambulatorio medico. “Vorremmo realizzare un piccolo ambulatorio nella parrocchia per evitare grandi spostamenti ai quali sono sottoposti quanti si ammalano, il nostro Foyer Saint Camille di Port au Prince è lontanissimo. Inoltre proprio in questa settimana, con un gruppo di medici cubani e l’appoggio di una organizzazione locale, organizzeremo una clinica mobile con la quale poter dare una prima accoglienza ai malati in una zona montana e fare confluire la gente da due valli vicine. E’ un’impresa ardua anche questa perché per raggiungere il posto dove vorremmo portare la clinica sono necessarie più di quattro ore a piedi e altrettante per poter ritornare sui sentieri lungo i pendii che soprattutto in questo periodo di piogge sono molto pericolosi.”
“Seguendo il carisma del nostro Fondatore, San Camillo, vogliamo lavorare sul territorio accanto ai gruppi di malati cronici, bambini con problemi di nutrizione, anziani che spesso sono abbandonati e soli nelle proprie case. Speriamo di poter realizzare entro il 2025 un ambulatorio, siamo molto grati all’organizzazione Madian Orizzonti, dei Missionari Camilliani di Torino, che ci sostiene con grande affetto e confidiamo nel supporto di tante altre persone che ci verranno incontro nel nostro cammino.”
“In questo momento anche la provincia purtroppo non è esente da problemi a causa delle difficoltà enormi di comunicazione con la capitale. Poter ricevere beni di ogni genere da Port au Prince è complicatissimo, essendo Haiti un paese dove tutto è molto centralizzato e tutto arriva dalla capitale. In questi ultimi tempi anche i trasporti dalla provincia verso il capoluogo Jeremie sono difficili a causa dell’aumento del costo del diesel e della benzina.”

“A Pourcine Pic-Makaya nella nostra parrocchia proseguono i lavori dell’acquedotto, stiamo portando l’acqua dalla sorgente al centro del villaggio. Ed è molto importante non solo perché accorcerà le distanze della sorgente alla valle, dove vive la maggior parte della gente, ma soprattutto perché potremo potabilizzare l’acqua ed evitare/limitare le continue e frequenti epidemie di colera e malattie intestinali. Insieme all’acquedotto continuano i lavori di sostegno all’agricoltura. Nei prossimi mesi speriamo di lanciare un vivaio per la produzione del caffè nella zona che in passato aveva dato un certo benessere. Non perdiamo comunque la speranza e continuiamo a lottare per creare delle migliori condizioni di vita – conclude padre Miraglio. L’acquedotto, le scuole, il vivaio, le cliniche mobili, sono tutti aspetti importanti per ravvivare la speranza della popolazione e far sì che le loro condizioni di vita possano migliorare e trattenere la gente dall’abbandonare queste località di campagna per venire ad addensarsi nelle metropoli o nelle cittadine di provincia che già sono, come Jeremie, stracariche di persone, dove non si è in grado di dare lavoro nè speranza a questa gente che lascia la campagna per scendere in città. Noi continuiamo con coraggio e determinazione il nostro impegno accanto a questa popolazione contadina, cerchiamo di sostenere la loro fede, di accompagnarli per poter arrivare un giorno ad avere dei livelli di vita dignitosi”.

(Agenzia Fides 25/9/2024)

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