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di Antonella Prenna
Port au Prince (Agenzia Fides) – “Ormai la situazione in Haiti è veramente difficile, non solamente nella capitale ma anche nelle zone limitrofe dove sono le gang a dettare legge. Anche le province cominciano ad essere in grossa difficoltà”.
Padre Massimo Miraglio, missionario dei Chierici regolari Ministri degli Infermi (MI), riferisce all’Agenzia Fides alcuni aggiornamenti sull’attuale contesto nel quale la popolazione haitiana si accinge a vivere l’Anno Santo appena iniziato.
Il missionario Cambiano è parroco di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso a Pourcine Pic Makaya, remoto villaggio nell’entroterra montagnoso di Jeremie, 300km da Port au Prince.
“Anche noi qui a Pourcine vogliamo diventare pellegrini di speranza. E vogliamo andare avanti su questo percorso non facile”.
Padre Massimo descrive le enormi difficoltà affrontate in un Paese che necessita di tutto. “Jeremy ormai non riceve quasi approvvigionamenti della capitale se non in condizioni estremamente difficili e a costi elevatissimi. La mancanza del carburante impedisce anche ai frutti della terra prodotti nell'entroterra di arrivare nei mercati. Le piogge di queste ultime settimane –aggiunge il missionario - hanno reso i sentieri e i trasporti molto molto difficili e anche nella nostra parrocchia le difficoltà aumentano di giorno in giorno. Ormai i sentieri che portano a fondovalle sono diventati quasi impraticabili. Lo stesso accade per gli approvvigionamenti della capitale da Jeremy verso la zona dell'entroterra. Le ultime piogge hanno fatto sì che il raccolto di fagioli, fonte economica di reddito più importante per la per la popolazione, sia andato perso. Noi continuiamo a lavorare, cerchiamo di mettere insieme piccoli progetti agricoli per sostenere il reddito dei contadini, continuiamo con la scuola materna elementare. Per il 2025 vorremmo procedere anche con il progetto della posizione del dispensario, fondamentale in una località così isolata, e con il secondo tratto dell'acquedotto che ci permetterà di portare l'acqua potabile ad alcune località che ne sono prive.”
“E’ in questo contesto, in questo desiderio dii ritornare a vivere la normalità, a progettare il futuro che ci accingiamo a vivere il Giubileo, l'Anno Santo ha appena cominciato."
"La scorsa settimana al mattino presto, insieme ad una piccolo gruppo della comunità parrocchiale abbiamo lasciato la parrocchia per scendere a fondovalle e ricevere la croce del Giubileo che il vescovo Pierre-André Dumas ha consegnato ad ogni parrocchia. E’ stato un viaggio non facile su sentieri impervi e molto molto scivolosi a causa dell’incessante pioggia delle ultime settimane. Abbiamo dovuto marciare quasi 5 ore prima di incontrare un seminarista con un altro gruppo di persone che erano scese a Jeremy. Insieme abbiamo fatto un piccolo momento di preghiera per poi risalire in processione verso la montagna, verso la parrocchia. Arrivati al fiume che rappresenta l'entrata del territorio della nostra parrocchia ci siamo fermati e lì abbiamo ancora una volta, in un momento di preghiera, reso grazie al Signore di tutto il bene che siamo riusciti a realizzare durante l'anno 2024. Abbiamo chiesto al Signore di continuarea ispirarci in questo anno giubilare, a guidarci perché ognuno di noi possa incarnare nel profondo il tema della speranza scelto da Papa Francesco. Dopo il momento di preghiera ci siamo nuovamente incamminati nell'ultima parte, quella più impegnativa, la più ripida che porta alla parrocchia. In tutto tra andata e ritorno sono state otto ore di viaggio. Arrivati alle porte del villaggio si è unita a noi in processione anche parte della popolazione. Siamo entrati nella struttura molto semplice e precaria dove celebriamo la messa, abbiamo deposto a fianco dell'altare la croce giubilare che ci accompagnerà durante tutto questo anno, ispirerà le nostre azioni, guiderà le nostre parole e soprattutto sarà una fonte di speranza per realizzare progetti di bene e tutto ciò che il Signore ha disposto per noi.”
“La comunità di Pourcine Pic Makaya – conclude padre Miraglio - si accinge a vivere questo anno giubilare con molta fede e grande speranza. Anche noi vogliamo partecipare, dalla nostra piccola parrocchia isolata nelle montagne, anche noi sentiamo di essere parte di questa Chiesa cattolica universale e con tutta la Chiesa cattolica universale vogliamo celebrare questo anno giubilare, Anno Santo, Anno di speranza, anno in cui vogliamo rinnovare i nostri impegni come cristiani. Un anno in cui ci impegneremo in modo particolare a continuare a costruire la comunità come luogo di fraternità, di solidarietà e di condivisione.”
(Agenzia Fides 11/1/2025)
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