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Singapore (Agenzia Fides) – Oltre un’ora di dialogo sincero, fatto di domande e risposte, scambio di battute e sorrisi. Termina così il lungo Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Asia e Oceania, abbracciando i giovani di Singapore impegnati quotidianamente nel dialogo interreligioso. Come già accaduto in passato, il discorso preparato viene accantonato dal Pontefice, che ai giovani parla completamente a braccio dopo aver ascoltato le testimonianze di ciascuno di loro. Di seguito i passaggi chiave:
Tre parole che avete detto mi hanno colpito: i critici da salotto, zona di comfort e tecnologia: dover usare e il rischio di usarla.
La gioventù è coraggiosa, ai giovani piace andare verso la verità, camminare, essere creativa. Ma i giovani devono far attenzione a non cadere nei critici di salotto che fanno bla bla bla.
Un giovane deve essere critico, un giovane che non critica è triste. Ma deve essere costruttivo nella critica perché c’è una critica distruttiva che non crea strade nuove.
I giovani devono avere il coraggio di costruire, uscire dalle zone di comfort. Un giovane che resta nella zona di comfort è un giovane che ingrassa, ma non la pancia, ingrassa la mente. Per questo dico ai giovani rischiate, uscite.
Non abbiate paura. La paura è un atteggiamento che ti paralizza. È vero, tante volte i giovani sbagliano. Questo è normale ma l’importante è rendersene conto.
Faccio una domanda: cosa è peggio, sbagliare perché faccio un cammino o non sbagliare perché rimango chiuso a casa? Un giovane che non rischia e ha paura di sbagliare è un vecchio. Capito?
Avete parlato dei media, ci sono tante possibilità oggi di usarli: telefonini, tv… vi domando. È buono usare i media o non è buono? Un giovane che non usa i media com’è? Chiuso. Un giovane che vive totalmente schiavo dei media com’è? Disperso.
Tutti, anche i giovani, devono usare i media ma perché ci aiutino ad andare avanti e non per renderci schiavi. Siete d’accordo o no?
Di voi mi ha colpito il vostro dialogo, e questo è molto importante. Perché se voi iniziate a litigare “La mia religione è più importante, la mia è vera la tua non è vera”, dove ci porta questo? Alla distruzione.
Tutte le religioni sono un cammino, come diverse lingue per arrivare a Dio. Dio è Dio per tutti e per questo noi siamo tutti figli di Dio. Essere musulmano, cristiano, indù, sono diversi cammini per raggiungerlo.
Una delle cose che aiuta tanto è il rispetto. Fra i giovani c’è una cosa brutta, i bulli. Sia verbalmente che fisicamente le loro sono sempre aggressioni. Lo fanno con i più deboli, per esempio con un bambino o bambina disabile. Ma ciascuno di noi ha le proprie abilità e le proprie disabilità Anche il Papa. E come noi abbiamo le nostre dobbiamo rispettare le disabilità degli altri.
Dico questo perché superarlo aiuta nel dialogo interreligioso. Perché il dialogo interreligioso si costruisce con i rispetto degli altri. E se voi dialogate da giovani dialogherete ancora di più da adulti, come cittadini e politici.
Vi dico una cosa storica: ogni dittatura la prima cosa che fa è tagliare il dialogo.
Vi auguro di andare sempre avanti e non indietro. Rischiate, al contrario cresce la pancia. E quando sarete grandi e nonni insegnate tutte queste cose ai bambini. (F.B.) (Agenzia Fides 13/9/2024)