ASIA/BANGLADESH - “Si spera che il nuovo governo riprenda in mano la sicurezza dopo gli incidenti che hanno colpito soprattutto Hindu e cristiani”

giovedì, 8 agosto 2024 politica   militari   violenza  

Muhammad Yunus

Dacca (Agenzia Fides) – “Stiamo attendo il nuovo governo che verrà varato da Muhammad Yunus” dice all’Agenzia Fides una fonte della Chiesa da Dacca, capitale del Bangladesh, dove oggi è arrivato Muhammad Yunus, l’84enne premio Nobel per la Pace, che è stato incaricato dall’esercito di formare un nuovo governo dopo le dimissioni e l’esilio dell’ex Primo Ministro, Sheikh Hasina Wazed (vedi Fides 5/8/2024). "Il Bangladesh ha creato un nuovo giorno di vittoria. Il Bangladesh ha una seconda indipendenza", ha detto Yunes, poco dopo lo sbarco nella capitale Dacca, definendo quello di oggi “un giorno glorioso".
“Sono tante le speranze di cambiamento soprattutto quelle dei giovani che hanno guidato le proteste di piazza che hanno costretto Sheikh Hasina alle dimissioni” dice la nostra fonte. “I giovani vogliono una svolta, non un ritorno al passato. In particolare non sembrano disposti a una sostituzione di Sheikh Hasina con la sua storica rivale Khaleda Zia, leader del Bangladesh Nationalist Party (BNP). Le due donne sono esponenti di due famiglie che dall’indipendenza del Paese, nel 1971, si sono contese il potere. I giovani vogliono superare questa dicotomia e ottenere una svolta reale della vita politica nazionale” sottolinea la fonte di Fides.
Muhammad Yunus ha anche promesso di restaurare l’ordine dopo giorni di violenze che hanno preso di mira soprattutto la minoranza Hindu. “Anche i cristiani hanno subito violenze, seppure in tono minore, a grazie a Dio non registriamo né morti né feriti gravi” dice la nostra fonte. “L’episodio più grave è stato l’incendio che ha distrutto il Centro diocesano per migranti interni in cerca di lavoro che era stato inaugurato da poco a Dacca” aggiunge.
“Una parte delle violenze sono avvenute nelle campagne, tra villaggi limitrofi o all’interno dello stesso villaggio. Molto spesso si tratta di scontri tra vicini per odio, vendetta o puro saccheggio”.
“Le violenze sono alimentate dal senso di impunità derivante dal fatto che la polizia è scomparsa dalle strade. I poliziotti che sono stati associati dalla popolazione alla violenta repressione delle dimostrazioni dei giorni scorsi, temono ora la vendetta della gente. Per questo al momento non vi sono poliziotti in giro. Nei villaggi si sono formate milizie di autodifesa. Si spera che il nuovo governo possa riprendere presto in mano la situazione dell’ordine pubblico”. (L.M.) (Agenzia Fides 8/8/2024)


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