ASIA/KUWAIT - Il cammino di fede della comunità cattolica malabarese tra i ‘basement’ di Little Kerala

giovedì, 30 maggio 2024

AP

di Antonella Prenna

Abbasiya (Agenzia Fides) – Jilīb è una delle aree più antiche e congestionate del Kuwait, divisa in 5 blocchi. Di questi il blocco 4, è noto anche come ʿAbbāsīya. Qui si trova la parrocchia dedicata a San Daniele Comboni, di cui padre Johny Lonis, OFM cap., è parroco e Vicario Episcopale per i siromalabaresi del Vicariato Apostolico di Arabia del nord. L’Agenzia Fides lo ha incontrato al termine di una celebrazione in uno dei tre ‘basement’ (i sotterranei dove vengono celebrati i servizi liturgici) che fanno parte della parrocchia dove si radunano i circa 15 mila fedeli che costituiscno la comunità cattolica, appartenenti a riti e lingue diversi.

Ricoprendo aree che hanno una popolazione significativa di malayali, provenienti prevalentemente dallo stato indiano del Kerala, la parrocchia è conosciuta anche con il nome di ‘Little Kerala’. Accezione che evidenzia ulteriormente il ruolo cruciale che la Chiesa cattolica svolge nel fornire sostegno spirituale e guida alle persone in diaspora. In queste ultime settimane padre Johny ha comunicato che insieme alla comunità di Little Kerala, su richiesta dei proprietari, sta lasciando gli appartamenti e uno dei basement. Il vescovo Aldo Berardi O.SS.T., Vicario Apostolico di Arabia del nord, è in contatto con le autorità locali affinchè si riesca a trovare presto una nuova sistemazione dove poter fare alloggiare i missionari presenti e dove poter continuare a celebrare le messe.

“San Daniele Comboni ad Abbasiya riveste un grande significato per la comunità cristiana dell'India meridionale che serve – inizia a raccontare p. Johny. La parrocchia è composta da tre ‘basement’ e quattro appartamenti. Tutti i servizi liturgici si svolgono nei sotterranei, evocando il culto della chiesa primitiva nelle catacombe. Negli appartamenti alloggiano sei sacerdoti provenienti dal sud dell'India, rappresentanti diversi riti e gruppi linguistici. Insieme agli altri 5 sacerdoti presenti celebriamo la liturgia secondo i riti latini, siro-malabaresi e malankaresi. I gruppi linguistici presenti sono malayalam, Konkani di Goa, mangaloreano konkani e tamil.
La comunità siro malabarese è la comunità principale di questa parrocchia, segue quella latina Malayalam, poi Konkani, malankarese e tamil. Il nostro obiettivo è quello di offrire un senso di appartenenza e nutrimento spirituale, in un luogo dove identità culturale e devozione religiosa si intrecciano. Questa è una parrocchia della gente, per la gente e dalla gente – puntualizza il missionario Cappuccino. Collaborano con noi, a titolo gratuito, circa 250 volontari, insegnanti di catechismo, sacrestani e segretari, addetti alla manutenzione delle opere elettriche, lavori idraulici ed esposizioni nei sotterranei, controllori del suono e volontari che si occupano delle cure ordinarie di gestione della gente.”

“La nostra parrocchia funge anche da centro di promozione dell’unità e la collaborazione tra diversi gruppi all’interno della comunità – prosegue il vicario episcopale. Attraverso il culto condiviso, l’amicizia e le attività di sensibilizzazione, persone provenienti da contesti diversi possono incontrarsi, colmare le divisioni culturali e costruire un senso di comunità più forte. E’ un vero centro spirituale, simbolo del patrimonio culturale e faro di ispirazione per il servizio e l’unità nella diversità.”

Padre Johny ha messo in rilevanza la crescita e lo sviluppo che la comunità cattolica in Kuwait, inclusa quella di Abbasiya, hanno sperimentato nel corso degli anni, rispecchiando le tendenze più ampie della migrazione e della globalizzazione.

“Alla fine degli anni '90 e all'inizio del secondo Millennio ci fu un enorme afflusso di lavoratori migranti e delle loro famiglie in Kuwait dal sud dell'India - racconta. Molti di loro iniziarono a risiedere ad Abbasiya, un quartiere della classe medio-bassa in Kuwait, e presto si resero conto del loro problema più grande: non c’era un luogo di culto adeguato disponibile per i credenti cattolici ad Abbasiya. Inoltre, la mancanza di un sistema di trasporto pubblico e il rilascio molto rigoroso della patente di guida hanno impedito a un gran numero di espatriati che vivono ad Abbasiya di frequentare i servizi liturgici nella chiesa della Sacra Famiglia a Kuwait City. Un’altra sfida che le famiglie hanno dovuto affrontare è stato l’allontanamento dei giovani. privi di un'adeguata formazione alla fede, dalle loro tradizioni e dallo stile di vita incentrato sulla chiesa. I bambini avevano difficoltà ad assistere alle celebrazioni liturgiche in India e si erano trasformati in semplici spettatori. Molti hanno quindi optato per religioni diverse e in alcuni casi abbandonato la fede cattolica. Tutte queste problematiche vennero portate più volte all'attenzione dell'allora vescovo Camillo Ballin, MCCJ, e finalmente il 29 gennaio 2010 fu benedetta ed eretta canonicamente in un piccolo seminterrato questa stazione missionaria. E’ stata una benedizione assoluta per migliaia di cattolici che vivono ad Abbasiya che hanno iniziato ad affluire in gran numero, tant’è che presto abbiamo dovuto affittare altri scantinati per poterli accogliere tutti. Ora la parrocchia dispone di 3 sotterranei che possono contenere circa 1500 fedeli ciascuno.”

“Ad Abbasiya è cresciuta nel tempo anche la comunità cattolica siro-malabarese, che affonda le sue radici nell'antica tradizione cristiana del Kerala, in India. Il numero esatto di partecipanti alle liturgie siro-malabaresi può variare, ma in genere si registra una partecipazione considerevole, che riflette la forza e la vivacità della comunità. La liturgia funge da punto focale per il culto, la costruzione della comunità e l'espressione culturale per i cattolici siro-malabaresi in Kuwait. Tuttavia, come molte comunità cattoliche nel mondo, fornire un’adeguata cura pastorale e sostegno spirituale a una comunità diversificata e in crescita può essere difficile, soprattutto data la natura transitoria della vita degli espatriati in Kuwait – sottolinea il missionario Cappuccino. Garantire che gli individui e le famiglie abbiano accesso ai sacramenti, all’educazione religiosa e alla consulenza pastorale richiede un attento coordinamento e risorse. Molti cattolici in Kuwait provengono da contesti culturali diversi e integrare queste differenze culturali all’interno della comunità parrocchiale mantenendo l’unità può essere una sfida. Bilanciare le tradizioni e le pratiche dei diversi gruppi all’interno della comunità cattolica richiede sensibilità e dialogo.

Padre Johny aggiunge che in Kuwait, generalmente, esiste libertà di religione. “Tuttavia – spiega - operare come minoranza religiosa in un paese a maggioranza musulmana presenta problematiche legali e sociali per la comunità cattolica. E’ fondamentale costruire relazioni positive con altre comunità religiose per promuovere la comprensione, la cooperazione e il rispetto reciproco. Negoziare il dialogo e la collaborazione interreligiosi mantenendo allo stesso tempo la fedeltà agli insegnamenti e all’identità cattolica. Per molti cattolici che vivono in Kuwait, praticare la propria fede in un paese a maggioranza musulmana può evocare una serie di emozioni e prospettive. La gente è grata per la libertà di poter praticare la fede. Le persone apprezzano l'opportunità di assistere alla Messa, ricevere i sacramenti e partecipare alla vita della Chiesa senza timore di persecuzioni o discriminazioni. I membri della comunità cattolica in Kuwait hanno profondo rispetto per la fede islamica e i suoi fedeli. Apprezzano il ricco patrimonio religioso e culturale del Paese e cercano di vivere in armonia con i loro vicini musulmani, promuovendo la comprensione e il rispetto reciproci. Nel complesso, - puntualizza il Cappuccino - praticare il cattolicesimo in Kuwait è spesso visto come un’esperienza significativa e arricchente per i membri della comunità cattolica. Sebbene possano esserci differenze e sfide, molti cattolici in Kuwait trovano un terreno comune con i loro vicini musulmani e abbracciano l’opportunità di vivere la propria fede in una società diversificata e multiculturale. Vivere la nostra fede è una grande evangelizzazione e annuncio del vangelo di Gesù Cristo attraverso la nostra testimonianza quotidiana nei diversi ambiti sociali e culturali.”

“Siamo una comunità felice, una famiglia amorevole che si prende cura gli uni degli altri – conclude p. Johny. Con il cuore dedicato al servizio di Dio e del Suo popolo, ho il privilegio di svolgere il mio ministero in Kuwait da 9 anni. Come membro dell'Ordine Francescano Cappuccino, sono profondamente impegnato a incarnare lo spirito di San Francesco d'Assisi, abbracciando la semplicità, l'umiltà e un profondo amore per tutta la creazione di Dio. Nel mio ministero cerco di favorire l’unità, la compassione e la crescita spirituale tra i fedeli, traendo ispirazione dal messaggio evangelico di amore e misericordia. È un onore camminare al fianco della comunità cattolica di Abbasiya, accompagnandola nel suo cammino di fede e testimoniando la grazia di Dio all’opera in mezzo a noi”.

La Chiesa cattolica di Abbasyia offre servizi di culto regolari offrendo ai cattolici opportunità di preghiera comunitaria e di partecipazione alla vita sacramentale. C’è una ‘Cappellina dell'Adorazione’ aperta al pubblico dalle 5:15 della mattina alle 21 della sera. La comunità dei missionari offre programmi di catechesi e di educazione religiosa per tutte le età, dai bambini che si preparano per la Prima Comunione e la Cresima agli adulti che cercano di approfondire la loro comprensione della fede cattolica. Ci sono oltre 3000 studenti di catechismo che appartengono al rito siro malabarese, al rito latino e al rito malankarese seguiti da 150 catechisti. Non disponendo di edifici adeguati per poter gestire al meglio gli incontri la comunità si è organizzata in 8 turni due volte alla settimana. Il centro di formazione di catechismo siro-malabarese nella parrocchia di San Daniele Comboni è uno dei più grandi al mondo fuori dal Kerala.
(Agenzia Fides 30/5/2024)

AP


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