Karachi (Agenzia Fides) – “L’attuale crisi politica in Pakistan manifesta uno scontro tra poteri e potentati che non fa il bene del paese. Le tensioni e le manifestazioni di piazza stanno avendo un impatto negativo sul commercio, sull'istruzione, sull’economia, peggiorando una situazione già grave. La gente soffre terribilmente, soprattutto i più poveri sono strozzati dall’inflazione. La politica dovrebbe guardare e agire per il bene comune della nazione", dice all’Agenzia Fides padre Mario Rodrigues, sacerdote diocesano di Karachi, preside del prestigioso Istituto superiore St. Patrick, importante istituto d'istruzione cattolico che accoglie oltre 4.000 studenti, tra cristiani, musulmani e indù.
Il sacerdote nota che, a causa delle rivolte di piazza avviate dopo l’arresto del leader politico Imran Khan, “ci sono ulteriori problemi di approvvigionamento e di procurarsi il minimo necessario". "La popolazione soffre per una condizione di indigenza e per l'inflazione galoppante. I prezzi della farina e del pane sono saliti alle stelle, ed è molto grave. La gente deve pensare al proprio sostentamento e alla sopravvivenza. Emergono anche sentimenti di rabbia, pronta a esplodere”.
In tale situazione, “chiediamo ai leader politici un atto di responsabilità, di rispettare lo stato di diritto e di anteporre il bene del paese agli interessi personali o dei loro partiti, mettendo al primo posto il lavoro per lo sviluppo, la prosperità e il futuro del Pakistan”, nota p. Rodrigues.
Le comunità e le istituzioni cattoliche, nel loro piccolo, si sono attivate con iniziative di solidarietà verso i più bisognosi. L’Istituto superiore St. Patrick, grazie all’impegno e alla generosità degli studenti, ha raccolto cibo e beni di prima necessità per 300 famiglie indigenti. Padre Mario è molto colpito dall’impegno dei giovani: “Abbiamo lanciato l’iniziativa solidale e tutti gli studenti hanno contribuito. Sono felice di vedere tutto questo. Nonostante tutto, c'è speranza nel nostro paese”.
La Corte Suprema del Pakistan ha stabilito ieri che l'arresto del leader politico ed ex primo ministro Imran Khan è stato illegale, due giorni dopo che la sua detenzione ha scatenato violente proteste a livello nazionale. Khan è stato arrestato il 9 maggio con l'accusa di corruzione da truppe paramilitari in un blitz con agenti che hanno fatto irruzione in un tribunale a Islamabad. Gli attivisti del partito Tehreek-e-Insaf (PTI), di cui Khan è leader, sono scesi in piazza soprattutto nelle città di Lahore, Peshawar e Islamabad, anche scontrandosi con l'esercito e la polizia. Otto persone sono morte e centinaia sono state arrestate nelle manifestazioni divenute violente.
(PA) (Agenzi Fides 12/5/2023)
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