di Stefano Lodigiani
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Per la prima volta nella storia della Chiesa, il ministero laicale del catechista è stato riconosciuto e istituito con la Lettera apostolica "Antiquum ministerium" del 10 maggio 2021. Una novità che profuma di antico, come del resto viene reso manifesto anche dalle prime parole in latino della Lettera stessa, “Antiquum ministerium”, che secondo la tradizione danno il titolo all’intero documento. Papa Francesco ricorda che “Il ministero di catechista nella Chiesa è molto antico. È pensiero comune tra i teologi che i primi esempi si ritrovino già negli scritti del Nuovo Testamento” (AM n.1).
Gli studiosi concordano nell’affermare che nei primi tempi del Cristianesimo non si ritrovano i termini “catechismo, catechista” come oggi vengono intesi, ma indubbiamente sono state redatte presentazioni del messaggio cristiano e dei suoi contenuti fondamentali (il credo, i sacramenti, la vita morale), che riconducono ai catechismi dei nostri tempi. Quando inizia a prendere forma e struttura il cammino catecumenale per gli adulti che intendono diventare cristiani e ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana (Battesimo, Cresima ed Eucaristia), si comincia anche a delineare una forma di catechesi che richiama il significato attuale.
Il percorso catecumenale che si sviluppa nel II secolo è legato in modo intrinseco agli scritti dei Padri della Chiesa, che possono essere considerati degli “autorevoli catechisti”. Tra i più noti documenti dell’epoca troviamo la “Didachè” o dottrina dei Dodici Apostoli, di autore ignoto, il cui testo venne ritrovato solo nel 1800, anche se era stato ampiamente citato negli scritti dei primi secoli. Qui leggiamo l’esposizione delle “Due Vie, la Via della morte e la Via della vita”, seguita dalla presentazione dei riti del Battesimo e della Celebrazione eucaristica, quindi una parte sulla struttura della Chiesa antica, infine la conclusione a carattere escatologico.
Un altro documento di questo periodo è “Il pastore di Erma” di genere apocalittico, composto da cinque Visioni, dodici Comandamenti e dieci Similitudini (o Parabole). A San Giustino, filosofo e martire, dobbiamo il Dialogo con Trifone, le Apologie, e soprattutto la più antica descrizione del rito eucaristico, nella Lettera all’imperatore Antonino Pio. Non si può tralasciare poi Sant’Ireneo di Lione, le cui opere furono influenzate da Policarpo di Smirne, che era stato discepolo diretto di san Giovanni Evangelista.
Nel III secolo il catecumenato raggiunge il suo massimo sviluppo, con un itinerario sistematico articolato in più anni, come attestano, tra gli altri, Tertulliano, Cipriano, Ippolito, Clemente Alessandrino, Origene e le “Scuole” catechistiche dell’epoca. Con l’Editto di Milano del febbraio 313, l’imperatore Costantino il Grande assicura la libertà di religione e di culto. Il IV secolo costituisce quella che gli storici definiscono “l’epoca d’oro della catechesi patristica” e al contempo l’inizio della decadenza dell’istituto catecumenale. Spiccano in questo periodo le 18 catechesi di Cirillo di Gerusalemme, le 8 catechesi battesimali di San Giovanni Crisostomo, le 16 Omelie catechistiche di Teodoro di Mopsuestia, il De Mysteriis e il De Sacramentis di Sant’Ambrogio, il De catechizandis rudibus di Sant’Agostino, contenente indicazioni per strutturare l’insegnamento catechistico, esempi pratici di catechesi, indicazioni metodologiche sul rapporto da instaurare con l’allievo, tratti sulla fisionomia del catechista. San Giovanni Paolo II lo definì “Un piccolo trattato sulla gioia del catechizzare” (Catechesi tradendae, 621).
I testi di questo periodo della storia della Chiesa, tra i quali abbiamo citato solo alcuni, sono ancora ai nostri giorni oggetto di studio e fonte di ispirazione per la liturgia e per la catechesi, considerando la loro ricchezza dottrinale. Il Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti, pubblicato il 6 gennaio 1972, al numero 2 delle Premesse sottolinea il riferimento al catecumenato dei primi secoli e la sua valenza missionaria: “Il Rito comprende infatti non solo la celebrazione dei sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia, ma anche tutti i riti del catecumenato che, già esperimentato dall’antichissimo uso della Chiesa e ora adattato all’azione missionaria in atto nelle varie regioni, è stato tanto richiesto da ogni parte, che il Concilio Vaticano II ha decretato che deve essere ristabilito, riveduto e adattato alle tradizioni locali” (cfr. Ad Gentes 14).
A partire dal VI secolo il catecumenato decade progressivamente. Non c’è più una catechesi sistematica come prevedeva l’itinerario catecumenale, ma questa viene lasciata ai parroci e ai genitori, mentre cresce la diffusione del battesimo dei bambini, comunque già presente nelle comunità delle origini. Tra i periodi e gli eventi che possono essere citati, senza alcuna pretesa di completezza, va ricordato il XVI secolo, che con l’invenzione della stampa e la crescita della popolazione alfabetizzata vede nascere anche il “libro del catechismo”, testo che presenta le verità fondamentali della fede nella forma di domande e risposte. Il “Catechismo del Concilio di Trento”, promulgato ufficialmente dal Concilio che si svolse in quella città dal 1545 al 1563, era un manuale per l’istruzione dei laici da parte dei sacerdoti, nel clima della risposta alla Riforma protestante. Appaiono in questa epoca anche i primi testi di approfondimento destinati ai catechisti (tra gli autori figura San Roberto Bellarmino).
Nella seconda metà del 1700 si diffondono i catechismi nelle diocesi. La nascita e la diffusione del “movimento catechistico” furono la conseguenza del Concilio Vaticano I (1870). Sotto il pontificato di Papa Leone XIII (1878-1902) i catechisti cominciano ad organizzarsi, vengono promossi corsi di formazione, congressi, riviste e pubblicazioni per loro. San Pio X pubblica l’enciclica Acerbo nimis (1905), sull’ignoranza religiosa e l’importanza dell’insegnamento del catechismo, e i catechismi (Compendio della Dottrina cristiana nel 1902 e il Catechismo della Dottrina cristiana nel 1912). In Europa, soprattutto in Francia e in Italia, si diffonde l’impegno di un gran numero di catechisti laici. Nella prima metà del secolo si moltiplicano i Centri Catechistici promossi e guidati da diversi istituti religiosi, che diventano centri di studio, di formazione, di preparazione di testi e sussidi.
(Agenzia Fides 6/5/2023)