ASIA/CAMBOGIA - Il “Magnificat” del Prefetto apostolico di Battambang: “In Cambogia sono testimone delle opere di Dio”

sabato, 23 novembre 2024 chiese locali   fede   catechisti   battesimo  

Jesuit global

Battambang (Agenzia Fides) - "Nella mia cattedrale, quando celebro la messa, l'assemblea in chiesa è sempre composta per oltre metà da non battezzati. Sono persone in ricerca, alla ricerca di Dio, di un senso all'esistenza", racconta all'Agenzia Fides il gesuita. Enrique Figaredo Alvargonzález, Prefetto Apostolico di Battambang, missionario da 40 anni in terra cambogiana e oggi Presidente della Conferenza episcopale di Laos e Cambogia. "Al momento della distribuzione dell'Eucaristia diciamo: da questa parte una fila per ricevere la Comunione; dall'altra, la fila dei non battezzati, per ricevere una benedizione. E questa fila è sempre più lunga", nota. Riflette il Prefetto: "E' molto bello vedere la chiesa come un luogo di riconciliazione del cuore: le persone portano il fardello della loro storia e trovano in Cristo un'oasi che rigenera, che solleva i pesi dell'esistenza. Ascoltando il Vangelo e la predicazione - che spesso io stesso calibro, rivolgendomi ai non cristiani - molti si commuovono, sentono la chiamata di Dio e intraprendono il cammino e il tempo di catecumenato. Dio si manifesta nel loro cuore".

Il Prefetto Apostolico racconta come avviene che i cambogiani - in un Paese a maggioranza buddista dove i fedeli cattolici sono solo circa 30mila su 17 milioni di abitanti - si avvicinano alla Chiesa cattolica: "La gente si interessa e viene attratta in primis quando vede che ci interessiamo ai poveri, orfani, indigenti, disabili. Vede la compassione. Inoltre apprezza l'ascolto, la partecipazione: quando accogliamo qualcuno in chiesa, lo invitiamo a partecipare alla messa, al coro, e agli incontri: c'è subito un coinvolgimento personale. I cambogiani trovano nella parrocchia persone pronte ad ascoltare i loro problemi, le lotte, le sofferenze: questo lo valutano molto importante per la loro vita". Nota p. Figaredo: "Con Cristo trovano la speranza di essere salvati e liberati dagli spiriti negativi che la vita, le vicende del passato o le credenze culturali mettono come un giogo sul loro cuore. Lo spirito di Dio dà liberazione. Il Vangelo di Cristo è un messaggio liberatorio, a livello culturale qui è rivoluzionario. Annunciamo la potenza di Dio che libera. Sul piano spirituale, Dio dona la libertà dagli spiriti negativi, dal destino avverso. Il Signore Gesù dà una vita piena, trasforma il cuore".

Il religioso spagnolo riferisce: "In tanti chiedono di essere battezzati. Celebriamo circa 100 battesimi di adulti l'anno, soprattutto giovani. Raccontano la chiamata del Signore che dà loro un senso alla vita e l'appartenenza a una comunità. Ci sono battesimi di famiglie intere. Poi, nelle famiglie cattoliche, abbiamo oltre 100 battesimi l'anno di bambini". Un altro aspetto che colpisce, nota il Prefetto apostolico Figaredo, è "vedere la chiesa piena di giovani e di bambini, e con pochissimi anziani: l'esatto contrario di quanto accade in Occidente. La Cambogia è un Paese molto giovane: il 50% della popolazione è sotto i 25 anni, e questo si vede anche nelle chiese".

Sulla vita della chiesa nella Prefettura Apostolica, territorio nella parte Occidentale della nazione, il Prefetto dice: "Vi sono 22 preti in tutta la Prefettura di Battambang: tre sono cambogiani, tutti gli altri sono missionari giunti soprattutto dall'Asia, da Indonesia, India, Vietnam, Filippine, ma anche da Paesi dell'Africa, dalla Colombia e dalla Francia. Anche per le suore, ne abbiamo 60 di tante nazionalità e 4 cambogiane. Viviamo la sfida della relazione tra persone di cultura e nazionalità diversa, con lo spirito di essere gentili e compassionevoli, di sperimentare empatia e sinodalità. Dal Sinodo, cui ho preso parte in Vaticano, porto con me lo spirito di rafforzare l'ascolto e la conversione spirituale".

Ripercorrendo i 40 anni anni della sua missione in Cambogia, p. Figaredo dice: "Vedo che la comunità cattolica è cresciuta in numero, ma c'è bisogno dell'accompagnamento spirituale, di essere responsabili della comunità. Per questo sono preziosi i catechisti nella Prefettura: circa 90, quasi tutti giovani. E, tra quelli più anziani, alcuni erano catechisti al tempo prima della guerra, prima dell'era dei Khmer Rossi e di Pol Pot. Durante l'era di Pol Pot si nascondevano, perchè preti, vescovi, catechisti vennero uccisi. I giovani cattolici si nascondevano, ma avevano la fede nel cuore e l'hanno conservata in segreto durante la sofferenza della guerra. E ora sono di nuovo lì ad annunciare la fede ai piccoli".

Da prete e missionario spagnolo, che vive in Cambogia da 40 anni, il gesuita conclude: "Sono stato benedetto. Sono il prete più felice del mondo. Vivo la gioia di essere testimone di tante opere di Dio. Penso ai disabili che non avevano opportunità e ora sono sposati, lavorano, frequentano la comunità. I primi giovani che ho seguito, a livello spirituale e pastorale, ora sono genitori, ora ho i capelli bianchi e ho dei 'nipoti'. Provo un sentimento di gratitudine per aver visto tanta vita bella. Ora canto il mio Magnificat".
(PA) (Agenzia Fides 23/11/2024)


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