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Roraima (Agenzia Fides) – La Conferenza Ecclesiale dell’Amazzonia (CEAMA) e la Rete Ecclesiale Panamazzonica (REPAM), in unione con la Chiesa del Brasile, hanno ribadito il loro impegno ad essere alleate dei popoli amazzonici “per denunciare gli attacchi alla vita delle comunità indigene, i progetti che colpiscono l'ambiente, la mancanza di demarcazione dei loro territori, così come il modello economico di sviluppo predatorio ed ecocida”. Nel pronunciamento del 28 gennaio confermano: “la nostra risposta come Chiesa è la difesa della vita, della terra e dei diritti dei popoli”.
La dichiarazione, firmata dai due Presidenti, della CEAMA, Cardinale Pedro Barreto, e della REPAM, Monsignor Rafael Cob Garcia, esprime ancora una volta solidarietà e impegno con il popolo Yanonami e con quanti lottano per la difesa dei loro territori e della loro vita. In particolare richiamano gli appelli lanciati in precedenza dalla Regione Nord 1 della Conferenza Episcopale del Brasile (CNBB) e da REPAM-Brasile.
Il Governo del Brasile ha dichiarato il 20 gennaio l’emergenza sanitaria di importanza nazionale nella Terra indigena Yanomami, conseguente allo stato di abbandono che hanno subito le popolazioni indigene negli ultimi anni. Il Governo ha anche annunciato l’invio di aiuti sanitari e alimentari nella regione, oltre all’allestimento di due ospedali da campo, uno dei quali ha appena iniziato a funzionare.
Secondo le informazioni raccolte da Fides, il Ministero dei popoli indigeni ha notificato che negli ultimi anni sono morti almento 570 bambini Yanomami per le conseguenze della contaminazione da mercurio, della denutrizione e della fame. Solo nell’anno appena trascorso, sono morti 99 bambini di età compresa tra 1 e 4 anni. Il numero di bambini ospitalizzati è notevolmente aumentato nelle ultime settimane.
Dopo la visita del nuovo Presidente del Brasile, Lula da Silva, nei territori Yanomami, il Ministro della giustizia ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per eventuale genocidio della popolazione indigena, in quanto risultano elementi di un rifiuto di assistenza medica e alimentare a queste popolazioni. L’inchiesta toccherà anche i crimini legati all’ambiente, in quanto la grave situazione sanitaria è collegata alle attivita' estrattive nelle miniere illegali della regione, attivita' clandestina che inquina i fiumi e distrugge la foresta, e l’uso improprio dei fondi pubblici, che erano stati stanziati per assistere queste popolazioni.
All’indomani della dichiarazione dell’emergenza sanitaria, i Vescovi della Regione Nord 1 della Conferenza nazionale dei Vescovi brasiliani (CNBB) hanno pubblicato una nota di solidarietà di fronte alla situazione della popolazione indigena. Apprezzando la decisione del Governo, si sono detti “sgomenti e profondamente indignati, vedendo le immagini dei corpi scheletrici di bambini e adulti del popolo Yanomami nello Stato di Roraima, frutto delle azioni genocide ed ecocide del precedente Governo federale”.
I Vescovi hanno manifestato la loro “profonda solidarietà al popolo Yanomami, alle famiglie che hanno perso i loro bambini e adulti, ai leader indigeni”. Sono uniti ai missionari e alle missionarie della Chiesa di Roraima e del Consiglio Indigenista Missionario (CIMI) che da lungo tempo denunciano l’invasione del territorio Yanomami e le sue tragiche conseguenze. Appoggiano le decisioni prese dal Presidente, da diversi Ministri e Assessori, dopo aver visitato la regione.
Quello abitato dagli Yanomami è il territorio indigeno più esteso del Brasile, che sopre circa 9 milioni di ettari, è abitato da 28.000 nativi che parlano 6 lingue, raggruppati in oltre 300 comunità e gruppi isolati.
(SL) (Agenzia Fides 30/1/2023)