Bruxelles (Agenzia Fides) - “Siamo inviati da Cristo, dal nostro battesimo. Di fronte a questa pandemia, questo mondo, capace di grande generosità, è anche in preda al dubbio. Offriamogli la nostra solidarietà, la nostra speranza e la gioia del Vangelo. Possa questa estate essere un buon momento per riposare e connetterci con l'essenziale. Possa inoltre offrirci l'opportunità di ricercare attivamente ciò che Dio desidera per ciascuno di noi, per la sua Chiesa e per il nostro mondo”. E’ l’invito rivolto alle comunità cristiane dai Vescovi del Belgio, all’inizio dell’estate, nella loro lettera pastorale intitolata “Una speranza da offrire”.
I Vescovi ricordano il periodo “storico” vissuto a causa della pandemia, “molte persone, famiglie e comunità sono state colpite duramente, dal lutto, dalla malattia, dalla perdita del lavoro, dall’isolamento”, e invitano a pensare prima di tutto a loro, esprimendo la solidarietà dell’Episcopato. “Questo tempo di isolamento ha anche permesso a tutti noi di osservare molti gesti di solidarietà, tante persone hanno donato il loro tempo, i loro talenti – proseguono -. Riteniamo che Dio non fosse assente: nonostante i momenti di oscurità, siamo stati in grado di percepire la sua vicinanza e la sua Pasqua, più forte delle tenebre”.
La lettera rileva che “per i cristiani, l'impossibilità di vivere i sacramenti e di trovarsi in comunità è stata una vera prova. Stare lontano dai nostri fratelli e sorelle ci è costato”, tuttavia “questo periodo di isolamento ci ha anche permesso di dare prova di una nuova creatività” nelle parrocchie, nelle unità pastorali, nelle comunità, dove i battezzati hanno preso iniziative, inventando nuovi modi di essere Chiesa: “Siamo stati toccati da questi gesti di sollecitudine, da questi servizi concreti, da questa inventiva pastorale. Senza dubbio abbiamo anche scoperto - o riscoperto - alcune dimensioni che la routine a volte può farci dimenticare”. I Vescovi esortano quindi “a non smettere di essere creativi, a continuare a rendere le nostre comunità più belle perché più fraterne, più sensibili alle ferite di ciascuno e alle sete di questo mondo”.
Di fronte agli interrogativi che nascono su come sarà differente il mondo rispetto al passato, con tutte le sfide sociali, politiche, economiche, ambientali che si prospettano, i Vescovi affermano di non avere formule magiche, ma invitano le comunità cristiane a impegnarsi con entusiasmo “attingendo risorse dalla nostra fede e dalle condivisioni nella nostra comunità per discernere e agire al fianco di altre persone e gruppi nella nostra società”. (SL) (Agenzia Fides 7/7/2020)