Kinshasa (Agenzia Fides)-Creare un pretesto“plausibile” all’esercito rwandese per entrare ufficialmente in territorio congolese. Sarebbe questo lo scopo dei tiri di artiglieria sparati su Gisenyi e dintorni, una città rwandese situata nelle immediate vicinanze della frontiera con la Repubblica Democratica del Congo (vedi Fides 31/8/2013).
Gisenyi si trova alla frontiera con il Nord Kivu dove l’esercito congolese appoggiato dai Caschi Blu della MONUSCO (Missione delle Nazioni Unite nella RDC) cerca di mettere fine alle azioni dell’M23, il movimento di guerriglia appoggiato dal Rwanda, che da tempo destabilizza la regione.
Secondo una nota inviata a Fides dalla Rete Pace per il Congo, “il Rwanda ha immediatamente accusato l’esercito congolese di essere all’origine della caduta di tali obici sul suo territorio, minacciando di essere pronto ad intervenire per la sicurezza della sua popolazione e del suo territorio. Una versione decisamente smentita dalle autorità militari e governative congolesi, secondo cui sarebbe stato lo stesso M23 a lanciare gli obici sul territorio rwandese”. “Questa seconda versione- sottolinea la nota- è stata accreditata da un rapporto del sotto-Segretario Generale per le operazioni di mantenimento della pace, Edmond Mulet, presentato al Consiglio di sicurezza in occasione di una riunione a porte chiuse, il 29 agosto, sull’attuale situazione della RDC”. In tale rapporto, Edmond Mulet afferma che la MONUSCO ha potuto constatare “dei tiri dell’artiglieria dell’M23 lanciati verso il Rwanda” e che non ha mai visto le forze governative congolesi (FARDC) sparare sul Ruanda. “I tiri dell’artiglieria provenivano da zone dove le FARDC non erano presenti”, ha dichiarato precisando che, “secondo i rilievi eseguiti, gli obici lanciati contro il Rwanda provenivano da posizioni occupate dall’M23”.
“Tale operazione servirebbe, non solo a coprire o ad ufficializzare l’attuale presenza di militari rwandesi a lato dell’M23, mediante l’arrivo “ufficiale” di truppe rwandesi nuove, ma anche a provocare una guerra a livello “internazionale” tra l’esercito congolese e quello rwandese, al fine di mettere la MONUSCO in una situazione di fatto del tutto nuovo che stravolgerebbe il suo mandato” afferma la nota.
“L’obiettivo finale di tale strategia sarebbe di bloccare ogni tipo di operazioni da parte della brigata d’intervento della MONUSCO a fianco delle FARDC e di ottenere, probabilmente, non solo il suo ritiro, ma anche quello dell’intero contingente ONU dalla RDC. A questo punto, il Rwanda avrebbe tutte le porte aperte sul Nord Kivu e non solo” conclude la nota. (L.M.) (Agenzia Fides 5/9/2013)