Jos (Agenzia Fides)- I violenti combattimenti nei giorni scorsi nel villaggio di Baga, un villaggio di pescatori sulle rive del Lago Ciad, nello Stato di Borno nel nord-est della Nigeria, nei quali sarebbero morte almeno 185 persone, tra le quali numerosi sono civili (vedi Fides 22/4/2013), sono la conseguenza di un’operazione condotta dalla Multinational Joint Task Force (MJTF), un’unità formata da militari di Nigeria, Ciad, Niger e Camerun, incaricata di garantire la sicurezza del lago Ciad.
Di fronte alle polemiche sull’uso indiscriminato delle armi in un luogo abitato, il comando della MJTF respinge le accuse e afferma che i suoi soldati sono stati attaccati da membri di Boko Haram che si nascondevano nella moschea che i militari si accingevano ad ispezionare alla ricerca di un arsenale.
Le autorità militari tendono inoltre a ridimensionare il bilancio delle vittime. Secondo il comando della MJTF sono morti 30 appartenenti a Boko Haram, un militare e 6 civili, questi ultimi rimasti colpiti dal fuoco incrociato delle due parti. I militari infine negano che centinaia di abitazioni siano state incendiate dai militari ma riferiscono che le bombe artigianali lanciate dai membri di Boko Haram hanno distrutto una trentina di capanne di paglia.
Tra le armi recuperate vi sono fucili d’assalto, munizioni e diversi ordigni improvvisati (IED).
Altre testimonianze però affermano che l’esercito ha compiuto una vera e propria rappresaglia contro la popolazione civile accusata di aver protetto gli uomini che hanno ucciso un ufficiale militare. Il Presidente Goodluck Jonathan ha promesso un’inchiesta per valutare il comportamento dei militari. (L.M.) (Agenzia Fides 25/4/2013)