Mogadiscio (Agenzia Fides)-“Sono stati colpiti luoghi simbolici” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Giorgio Bertin, Vescovo di Gibuti e Amministratore Apostolico di Mogadiscio, dove ieri, domenica 14 aprile, almeno 34 civili sono stati uccisi in una serie di attacchi nei quali sono morti 9 attentatori. Sono stati colpiti la sede dei tribunali civili, un edificio della sicurezza e un convoglio umanitario turco, proprio mentre il Presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud si trova ad Ankara ad un vertice con le autorità del Somaliland, condotto sotto la mediazione turca, per riunire i due Stati (il Somaliland si è dichiarato indipendente nel 1991 anche se nessuno Stato lo ha riconosciuto ufficialmente)
“Il convoglio umanitario turco è stato colpito nonostante Ankara abbia cercato di avviare una mediazione con gli Shabaab” nota Mons Bertin. “Ma l’impegno dimostrato dalle autorità turche nell’appoggiare le nuove istituzioni statali somale evidentemente ha irritato gli Shabaab o comunque gli avversari di questa normalizzazione”.
Per quanto riguarda il tribunale ricordiamo che gli Shabaab originariamente erano legati alle corti islamiche che avevano preso il controllo di Mogadiscio qualche anno fa. Non è quindi un caso che hanno colpito il nuovo foro civile. Mons. Bertin sottolinea in effetti che “il nuovo tribunale trae le fonti del diritto non solo dalla Sharia ma anche dalla nuova Costituzione. La giustizia è una delle priorità delle nuove istituzione statali nate a partire dall’agosto scorso. La polizia, il sistema giudiziario e l’esercito sono le tre priorità maggiori di ogni governo per garantire un minimo sicurezza. Colpire il tribunale significa colpire uno degli strumenti principali per la ricostruzione dello Stato”.
Il Vescovo che si è recato di recente a Mogadiscio aggiunge: “purtroppo la strada della normalizzazione della Somalia è ancora tutta in salita”. “In un mio precedente intervento sulla vostra agenzia (vedi Fides 12/4/2013) avevo sottolineato come se da una parte le nuove istituzioni stiano iniziando a funzionare, il controllo del territorio rimane in gran parte aleatorio. Ne avevo tratto l’impressione che se gli Shabaab volevano colpite lo avrebbero potuto fare abbastanza facilmente. Purtroppo avevo ragione” conclude Mons. Bertin. (L.M.) (Agenzia Fides 15/4/2013)