AFRICA/CONGO RD - “Per aiutare i bambini soldato costruiamo scuole”

mercoledì, 13 febbraio 2013

Kinshasa (Agenzia Fides)- "Abbiamo constatato che i ragazzi che entrano volontariamente nei gruppi armati sono quelli che non vanno a scuola. Per questo è importante che nel Nord Kivu ci siano sempre più scuole e giovani istruiti. In classe gli studenti imparano la convivenza pacifica: noi li formiamo perché domani siano loro i costruttori della pace nel Congo", afferma Esperance Nsengimana, insegnante di didattica generale nella scuola secondaria Kanyangohe a Mweso, costruita dal JRS (Jesuit Refugee Service) nel 2012.
Proprio ieri, come ogni 12 febbraio, si è celebrata la Giornata delle Mani Rosse, dedicata alla piaga dei bambini-soldato nei paesi in conflitto. In questa occasione il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati Africa Grandi Laghi ha voluto porre l'accento sull'importanza dell'istruzione e dell'accesso alla scuola come strumento privilegiato per scongiurare l'ingresso dei minori tra i ribelli.
Secondo l'esperienza dello staff del JRS nel Nord Kivu, dove oggi si contano più di 900 mila sfollati a causa della costante insicurezza, andare a scuola contribuisce a tenere viva la speranza nell'avvenire di bambini e ragazzi. L'istruzione risulta inoltre fondamentale perché gli adulti di domani non imbraccino le armi e per formare futuri dirigenti dediti alla pace e allo sviluppo del Paese. Ma le difficili condizioni economiche di diverse famiglie impedisce di mandare i loro figli a scuola. Ecco perché, quando il JRS costruisce una scuola in un villaggio, il preside dell'istituto si impegna ad accogliere gratuitamente un certo numero di studenti sfollati. Nella zona di Mweso, nel 2012 il JRS ha costruito quattro scuole.
Le continue violenze perpetrate dai gruppi ribelli rappresentano tuttavia un grande ostacolo all'accesso all'istruzione da parte dei bambini. In seguito alle azioni dei ribelli del Movimento del 23 marzo (M23), che lo scorso 20 novembre si erano impossessati del capoluogo della provincia, Goma, almeno 240 mila bambini hanno perso diverse settimane di lezione. (L.M.) (Agenzia Fides 13/2/2013)


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