AFRICA - La tratta degli esseri umani: epidemia silenziosa del 21° secolo

sabato, 17 novembre 2012

Roma (Agenzia Fides) – “Nei soli anni ’80 del secolo scorso, sono stati ridotti in schiavitù dai trafficanti asiatici più donne e bambini di tutti gli schiavi africani nei 400 anni di storia della tratta negriera”. Lo ha ricordato suor Maggi Kennedy, delle Soeurs Missionnaires de Notre-Dame d'Afrique, nella sua relazione (dal titolo “La tratta degli esseri umani: un’epidemia silenziosa del 21° secolo”) tenuta nell’ambito della presentazione della mostra fotografica “Spezziamo le catene, mostra anti schiavitù”, che si è aperta a Roma l’8 novembre. La mostra vuole ricordare la campagna antischiavista lanciata nel 1888 dal Cardinale Charles Martial Allemand Lavigerie, fondatore dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi e Suore Bianche).
“Il Kenya, dove lavoro, è una fonte, un luogo di transito e di destinazione della tratta di esseri umani” ha denunciato la religiosa. “La situazione è terribile. È una epidemia silenziosa e in crescita soprattutto a Nairobi e a Mombasa, veri e propri punti caldi a causa del turismo”. Oltre che per lo sfruttamento sessuale, gli esseri umani vengono trafficati e venduti per scopi ancora più sinistri. “In Africa l’asportazione di parti del corpo è una pratica comune soprattutto per compiere atti di stregoneria” ha affermato suor Maggi. “Le ragazze giovani sono violentate come una ‘cura’ contro l'Hiv/Aids o sono costrette a rimanere incinte e il bambino viene venduto al miglior offerente. Vi sono poi i bambini soldato, che rimangono traumatizzati e segnati per la vita. L'elenco non è certamente esaustivo”.
Suor Maggi ricorda l’impegno passato e presente profuso dalla Chiesa, e in particolare dagli istituti missionari, per combattere questo crimine, e ha proposto alcune misure concrete al riguardo. Tra queste la creazione di strutture di coordinamento diocesano nelle zone dell’Africa e del resto del mondo, dove le persone più vulnerabili sono facili prede dei trafficanti, e la creazione di reti informative che colleghino le diverse diocesi per sensibilizzarle sul grave problema. (L.M.) (Agenzia Fides 17/11/2012)


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