ASIA/PAKISTAN - Salvare Rimsha e le altre vittime della blasfemia

mercoledì, 29 agosto 2012

Islamabad (Agenzia Fides) – Sono diverse centinaia le adesioni alla campagna “Salviamo Rimsha Masih”, la bambina cristiana accusata di blasfemia, per cui si attende domani, 30 agosto, il pronunciamento di un Tribunale di Islamabad (vedi Fides 28/8/2012). Le adesioni alla campagna, lanciata dall’Associazione Pakistani Cristiani in Italia, “continuano a giungere da Europa, America Latina, Asia, Africa” dice a Fides il prof. Mobeen Shahid, presidente dell’Associazione. La campagna, rimarca “intende salvare la vita di una bambina innocente ma è anche un’opportunità per riflettere sulla condizione delle minoranze religiose in Pakistan, e per cercare di fermare le azioni dei gruppi fanatici”.
Alla vigilia dell’udienza in Tribunale, molti autorevoli rappresentanti pakistani, contattati da Fides, si dicono “fiduciosi e ottimisti”. L’avvocato cattolico Khalil Tahir Sindhu, di Faisalabad (in Punjab), che nella sua carriera ha difeso e fatto assolvere molte vittime di blasfemia, commenta a Fides: “Trovo la storia di Rimsha molto strana e densa di fatti piuttosto inspiegabili. L’esperienza mi dice che in questi casi c’è sempre una grave ingiustizia: la legge sulla blasfemia è brandita come una spada che serve a colpire innocenti. I casi sono perlopiù inventati, credo che quello di Rimsha sia uno di questi. Fra l’altro, in questo caso, trattandosi di una minorenne e disabile mentale, la polizia non aveva alcun potere di arrestarla e lo ha fatto per le indebite pressioni subite. È stato commesso un evidente abuso. Le minoranze cristiane si sentono del tutto insicure in Pakistan”.
Secondo dati forniti a Fides dalla Ong “Human Rights Commission of Pakistan”, nel 2011 sono state incriminate 161 persone e 9 sono state uccise con esecuzioni extragiudiziali, vittime della controversa della legge sulla blasfemia, composta dagli articoli 295b e 295c del Codice Penale. Tali accuse, ha detto un avvocato musulmano, anonimo per motivi di sicurezza, “sono false nel 95% dei casi”. (PA) (Agenzia Fides 29/8/2012)


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