Islamabad (Agenzia Fides ) - La Corte suprema del Pakistan ha destituito ieri il Primo ministro Yousuf Reza Gilani dal suo incarico, come effetto della condanna per oltraggio a lui inflitta il 26 aprile scorso. La stessa Corte Suprema, infatti, due mesi fa aveva condannato il Premier per essersi rifiutato di eseguire gli ordini della magistratura su un caso di corruzione contro il presidente Asif Ali Zardari, suo alleato politico nel Partito Popolare del Pakistan (PPP). Gilani si era rifiutato di dimettersi, dicendo di non aver commesso alcun reato. Oggi, in seguito al verdetto della Corte, il PPP ha convocato un vertice di emergenza. Secondo gli osservatori, potrebbe aprirsi un aspro conflitto di potere fra il governo e la magistratura.
Interpellato dall’Agenzia Fides, P. James Channan, OP, Direttore del “Peace Center” di Lahore ed ex Presidente della Conferenza dei Superiori maggiori degli istituti religiosi in Pakistan, commenta: “Ritengo che l'ordine della Corte suprema debba essere rispettato, per garantire l'osservanza dello stato di diritto in Pakistan. Avremmo però preferito che la Corte avesse dato tale ordine il 26 aprile, per evitare una confusione politica che non giova al paese. Il rischio, ora, è che si dia il via a una pericolosa fase di instabilità e caos, che potrebbe anche sfociare in un colpo di stato militare. Eventualità, questa, che rigettiamo con ogni mezzo, ricordando gli anni bui dei regimi dittatoriali che hanno attraversato la storia del Pakistan”. P. Channan conclude a Fides: “Preghiamo perchè la nazione possa superare questo momento critico. Come Chiesa, insieme con tutti i fedeli cristiani del Pakistan, vogliamo ribadire il nostro pieno e convinto sostegno alla democrazia e allo stato di diritto, che sono il bene più prezioso per la convivenza sociale e politica del paese, per la tutela dei diritti di tutti e anche per la condizione delle minoranze”. (PA) (Agenzia Fides 20/6/2012)