Bamako (Agenzia Fides) - “Ormai si è completamente realizzata la separazione tra i due gruppi” dice all’Agenzia Fides don Edmond Dembele, Segretario della Conferenza Episcopale del Mali, confermando le notizie di scontri nel nord del Paese tra l’MNLA (Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawad, formato di indipendenti “laici”) e gli islamisti di Ansar Dine (che intendono estendere la Sharia all’intero Paese). I due gruppi, che controllano da fine marzo il nord del Mali, avevano cercato un’intesa che poi è saltata.
Secondo fonti di agenzia, i combattenti dell’MNLA e quelli di Ansar Dine si sono scontrati nei pressi di Kidal. “Non esiste ancora un bilancio degli scontri perché le informazioni sono discordanti” dice don Dembele. L’MNLA è formato soprattutto da tTuareg, come sembra pure il movimento Ansar Dine (il suo fondatore, Iyad Ag Ghaly, è in effetti di origine tuareg), ma si teme che accanto alle motivazioni politiche e religiose, tra i gruppi armati del nord stiano sorgendo anche divisioni etniche. “Si ricordi che in Mauritania gli arabi del nord del Mali hanno appena fondato un nuovo gruppo con lo scopo di cacciare i ribelli da Tomboctou e riattaccarla al resto del Paese” dice don Dembele.
Nel frattempo continuano le discussioni sull’invio di una forza militare africana in Mali in aiuto alle locali forze armate. “I militari maliani sembrano contrari all’invio di una forza africana in Mali per contrastare i ribelli del nord” dice don Dembele. “Chiedono piuttosto un aiuto logistico e materiale perché pensano che il morale dell’esercito maliano sia migliorato e vi sia un numero sufficiente di soldati per affrontare e cacciare i ribelli”. “L’opinione pubblica locale è quindi divisa, perché accanto a coloro che la pensano come i nostri militari, vi sono altri che ritengono che la comunità internazionale debba intervenire direttamente per aiutare l’esercito maliano a liberare il nord” conclude don Dembele. (L.M.) (Agenzia Fides 8/6/2012)