Bamako (Agenzia Fides) – C’era anche Mons. Jean Zerbo, Arcivescovo di Bamako, nella delegazione della società civile che ha partecipato ai colloqui tenutisi lo scorso fine settimana a Ouagadougou (Burkina Faso) con la giunta militare e i partiti politici del Mali, al fine di trovare una via di uscita dalla crisi seguita al golpe del 22 marzo. Lo riferiscono all’Agenzia Fides fonti della Conferenza Episcopale del Mali.
“La riunione di Ouagadougou aveva lo scopo di mettere a punto le tappe successive della transizione e di confrontarsi sulla nomina del futuro Primo Ministro” precisano le fonti di Fides. “Il Premier potrebbe essere nominato oggi o domani, mentre sono stati fatti progressi per definire il processo di transizione”. I golpisti hanno raggiunto un accordo, negoziato dalla CEDEAO (la comunità economia dell’Africa occidentale), per avviare una fase di transizione, il cui primo atto è stata la nomina di un Capo dello Stato ad Interim, il Presidente del Parlamento Dioncounda Traoré, che guiderà il Paese per 40 giorni, al termine dei quali verranno creati nuovi organismi di governo.
“Sul piano politico la situazione migliora giorno per giorno, mentre sembrano aprirsi degli spiragli anche per quanto riguarda il nord del Paese, in mano a diversi gruppi armati” continuano le fonti di Fides. “Il Presidente ad interim ha inviato un suo emissario a Nouakchott (Mauritania) per incontrare i responsabili del MNLA (Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawad, il movimento indipendentista “laico” che si spartisce il controllo del nord con i gruppi jihadisti). Sembra che anche con gli jihadisti ci siano dei contatti preliminari”.
“La preoccupazione principale del governo del Mali è quella di creare dei corridoi umanitari per inviare cibo e medicine alle popolazioni del nord che sono tagliate dal resto del Paese. Si sta negoziando in questo senso” precisano le nostre fonti.
“Con i ribelli dell’MNLA è possibile arrivare ad un’intesa anche se non sarà facile, perché questi hanno dichiarato l’indipendenza dell’Azawad (nord del Mali). Occorre trovare una formula politica che soddisfi tutte le parti in causa. Con gli islamisti le cose sono ancora più difficili perché la maggior parte degli abitanti del Paese non vogliono un regime islamista al potere” concludono le fonti di Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 16/4/2012)