Bamako (Agenzia Fides) - “Cresce il timore tra gli abitanti di Mopti che i ribelli arrivino a conquistare la città, diverse persone stanno fuggendo” riferiscono all’Agenzia Fides fonti della Chiesa dal Mali, dove i ribelli del Movimento nazionale di Liberazione dell’Azawad (MNLA) hanno conquistato i più importanti centri del nord del Paese e in particolare il triangolo strategico Kidal-Gao-Timbuctu. “Mopti si trova al confine tra il nord e il sud del Paese. I ribelli, che affermano di voler ‘liberare’ il nord del Mali, potrebbero avanzare fino a quella località per poi fermarsi” spiegano le fonti di Fides. “A Bamako per il momento la situazione è calma. I militari in fuga dal nord si stanno dirigendo verso la capitale. I soldati fuggono di fronte all’avanzata ribelle perché sono sotto-equipaggiati”.
La giunta militare che ha preso il potere con il golpe del 22 marzo, di fronte alla reazione della comunità internazionale ed alla grave situazione nel nord, ha promesso di ristabilire l’ordine costituzionale. I golpisti avevano giustificato il colpo di Stato proprio per rimediare, a loro dire, alle carenze in armi e munizioni delle truppe schierate al nord. Oggi i leader della Comunità Economica dei Paesi dell'Africa Occidentale (CEDEAO/ECOWAS) sono riuniti a Dakar, in Senegal, per discutere della crisi in Mali.
“Adesso è la CEDEAO che determinerà come si svolgerà la transizione durante la riunione di Dakar di oggi. Non si sa se il Presidente Amadou Toumani Touré riprenderà le sue funzioni oppure verrà nominato Capo dello Stato ad interim il Presidente dell’Assemblea” dicono le nostre fonti.
L’avanzata dei ribelli dell’MNLA sta generando grave apprensione nei Paesi dell’area. Come ha confidato a Fides una fonte diplomatica “la situazione nel nord del Mali è una conseguenza della guerra in Libia. I ribelli dell’MNLA sono costituiti in gran parte da combattenti tuareg che hanno militato nelle file dell’esercito di Gheddafi durante la guerra dello scorso anno, e che ora tornano nei loro Paesi di origine, come il Mali e il Niger”. Accanto a questi, vi sono almeno due movimenti islamisti, AQMI (Al Qaida nel Maghreb Islamico) e Ansar Adine) che hanno potuto beneficiare delle armi saccheggiate nei depositi libici. Il Niger ha chiuso la frontiere con il Mali ed ha disposto il disarmo dei combattenti tuareg che sono rientrati dalla Libia. (L.M.) (Agenzia Fides 2/4/2012)