ASIA - “Culture asiatiche in dialogo”: il saluto dell’Arcivescovo Menamparampil

venerdì, 20 gennaio 2012

Bangkok (Agenzia Fides) – Il dialogo fra culture e religioni è la strada maestra per garantire all’Asia un futuro di pace e di sviluppo: è quanto emerso dal recente seminario dal titolo “Culture asiatiche in dialogo” organizzato a Bangkok dall’Ufficio per la Pace e l’Armonia della Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia (FABC). Come riferito a Fides, il Seminario, che ha riunito oltre 50 studiosi provenienti da 12 paesi di Asia, Europa e America, è stato organizzato da Sua Ecc. Thomas Menamparampil, già Arcivescovo di Guwahati, che ha speso l’intera vita per la pace in India Nordorientale, da poco divenuto “emerito” (compiuti i 75 anni), dopo 50 anni di instancabile ministero pastorale.
A confronto vi erano esperti di diverse tradizioni culturali e religiose, come Confucianesimo, Taoismo, Buddismo, Induismo, Islam, Cristianesimo, Sikhismo e Giainismo, oltre a leader tribali e ad alti esponenti delle Università di Pechino, Shanghai, Nanchino, Wuhan, Xian, Shaanxi, Manila, Bangkok, Chennai, Phnom Penh, Madras.
P. Stephen Ruixue Chen, della diocesi di Xian ha rimarcato “l’ottimo inizio nel lungo processo di costruzione della pace attraverso il dialogo fra culture”, mentre Nazia Yusuf Izuddin, intellettuale musulmano di New Delhi, ha sottolineato che “alcune intuizioni emerse sono pensieri che ispirano un cambiamento”. Secondo l’Arcivescovo Menamparampil – che ha vissuto tale iniziativa come culmine del suo lavoro pastorale e culturale – l'obiettivo era “portare il contributo delle varie tradizioni per affrontare problemi urgenti come la violenza, la corruzione, i danni all'ambiente, l'erosione dei valori etici in Asia”. “La complementarietà delle tradizioni culturali e delle religioni è stata evidente fin dall'inizio”, spiega a Fides l'Arcivescovo. “Se vogliamo evitare lo scontro di civiltà e di culture – ha proseguito – bisogna adottare la via del dialogo che porti a una comunione di culture e civiltà e diventare costruttori di ponti nei periodi di transizione”.
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale presentata dall’Arcivescovo Menamparampil il 18 gennaio scorso. Sui suoi piani per il futuro, l'Arcivescovo afferma: “Non ho altro desiderio se non unire le persone e condividere le riflessioni sul destino comune dell’umanità. Il Vangelo è proprio questo”. (PA) (Agenzia Fides 20/1/2012)


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