ASIA/MYANMAR - Nuove norme per il diritto del lavoro, meno spese militari: appello di Aung San Suu Kyi

martedì, 3 gennaio 2012

Yangon (Agenzia Fides) – Nuove norme nel diritto del lavoro sono urgenti e sono “di importanza strategica” per il Myanmar; il bilancio dello stato dovrebbe tagliare le spese militari e investire in occupazione, sanità, istruzione: è quanto è emerso da un incontro fra la leader democratica Aung San Suu Kyi e una rappresentante del sindacato italiano CISL (Confederazione Italiana Sindacati dei Lavoratori), tenutosi di recente a Yangon. Come riferito all’Agenzia Fides da Cecilia Brighi, responsabile internazionale CISL, la leader birmana ha sottolineato la necessità di sostegno alla formazione dei giovani sul diritti del lavoro, sullo stato di diritto, su temi come la lotta al lavoro forzato. Nel colloquio, informa Brighi, si è rimarcato che, per il futuro democratico del paese, temi-chiave sono la libertà di associazione e le libertà e i diritti individuali e sociali, ricordando l’urgenza della liberazione dei prigionieri politici e il dialogo con le minoranze etniche.
La leader – ha riferito Brighi a Fides – ha assicurato che il suo partito, la National League for Democracy (NLD), lavorerà a nuove proposte per la politica fiscale, e ha convenuto sull'esigenza di rivedere la struttura del bilancio nazionale, che dovrebbe prevedere forti tagli alle spese militari, in favore di investimenti sulla sanità, l’istruzione e i lavori pubblici. Ciò, ha detto Brighi, permetterebbe alle autorità e all'esercito di pagare il lavoro, invece di usare il lavoro forzato, come accade tuttora, specie nelle aree di conflitto, dove nessuna organizzazione è in grado di monitorare la situazione.
D’accordo con sindacati come la CISL e con altre organizzazioni internazionali, la “National League for Democracy” (NLD), invita il governo, che ha avviato un’era di riforme, a promuovere una politica economica basata sullo sviluppo sostenibile, sull’occupazione e sulla tutela ambientale. Temi sui quali Aung San Suu Kyi ha chiesto un sostegno internazionale.
“Il diritto del lavoro dovrebbe essere uno strumento importante per costruire il cambiamento, partendo dal rispetto da parte del governo delle Convenzioni internazionali”, ha detto. Sul terreno dei diritti del lavoro c’è ancora molto da fare nel paese: esistono violazioni gravi dei diritti del lavoro, bambini soldato, lavoro forzato, lavoro minorile. Vi sono opportunità e problemi posti dalla nuova legge sulle organizzazioni sindacali, che dovrebbe permettere la nascita del sindacato e migliorare le durissime condizioni di lavoro di milioni di lavoratori birmani.
“La nuova legge sull’organizzazione sindacale, appena approvata grazie alle pressioni sindacali internazionali – spiega Brighi a Fides – è piena di trabocchetti, ma può rappresentare un primo passo per la costruzione ed il radicamento sindacale in questo paese”. La Leader birmana ha concordato con la richiesta, avanzata dai sindacati e da altre organizzazioni internazionali, che il governo cancelli le accuse di “terrorismo” contro il “Federal Trade Unions of Burma” (FTUB), la federazione dei sindacati birmani, ancora, di fatto, clandestina, e il suo Segretario generale, l’esiliato Maung Maung. Infine si è rimarcato che anche altre organizzazioni dovrebbero essere autorizzate a rientrare in Myanmar, come l'Associazione per i prigionieri politici e quella dei giuristi del lavoro. (PA) (Agenzia Fides 3/01/2012)


Condividi: