Islamabad (Agenzia Fides) – Un rapporto sulle critiche condizioni generali di Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia, e richiusa nel carcere di Sheikupura, è giunto al Ministero Federale per l’Armonia. Come informano fonti locali di Fides, il Ministero si sta mobilitando per rispondere all’appello della “Masihi Foundation”, al fine di provvedere immediatamente alle visite mediche per Asia Bibi. Il Ministro di stato per l’Armonia, Akram Gill – che il mese scorso ha incontrato il Papa – ha confermato all’Agenzia Fides: “Abbiamo preso nota delle condizioni di Asia Bibi. Aiutarla è ora una questione umanitaria. Scriverò una lettera al responsabile del carcere e al Ministro degli Interni, perchè sia organizzata subito la visita di un team di medici e psicologi, per tutelare la salute fisica e mentale di Asia e darle cure appropriate”.
Anche Paul Bhatti, Consigliere Speciale del Primo Ministro per le Minoranze religiose, in un colloquio con Fides, assicura il suo impegno: “Ci mobiliteremo immediatamente, a livello istituzionale, per fornire assistenza medica ad Asia Bibi”. Bhatti racconta di aver pensato alla donna ieri, quando ha incontrato i detenuti cristiani nel carcere di Adiala, a Rawalpindi: “E’ un gesto che faceva sempre mio fratello Shabhaz – spiega Paul Bhatti a Fides – e intendo continuare questa tradizione. Il mio pensiero è andato anche ad Asia Bibi, che soffre in carcere ingiustamente”. All’incontro hanno partecipato oltre 150 detenuti. Bhatti ha annunciato alcune migliorie per la loro vita tra cui la formazione di team di avvocati di “libero patrocinio” per quanti non possono permettersi un avvocato. Il Consigliere, inoltre, ha accolto la richiesta dei prigionieri di curare la ristrutturazione della cappella cristiana nel carcere. Bhatti ha elogiato l'amministrazione penitenziaria per aver permesso alle minoranze religiose di praticare la loro fede e ha rimarcato a Fides che intende verificare che “tale diritto sia garantito anche nel carcere dove è rinchiusa Asia Bibi”, per far sì che abbia “il sostegno della fede e della preghiera”. (PA) (Agenzia Fides 20/12/2011)